La tecnica della presunta conferenza stampa rivelatasi un monologo senza contraddittorio nè domande da parte dei giornalisti non è nuova nel panorama politico, e soprattutto non è nuova a Reggio Calabria. Mi duole rammentare a me e a chi legge fatti tragici su cui ancora non è stata completamente fatta chiarezza, ma l'ultima pseudo-conferenza stampa della dottoressa Fallara ha avuto la stessa caratteristica: nessuna domanda è stata possibile. Tra i due episodi non c'è solo questa analogia, se ci pensiamo bene. In entrambi i casi il soggetto è messo sotto pressione sugli organi di stampa, vicino ad essere messo sotto giudizio da un organo di controllo, abbandonato dagli amici che lo hanno sostenuto e protetto fino ad oggi. I motivi per cui i soggetti sono stati messi sotto pressione ed un comportamento poco lucido da parte di entrambi, seppur esternato in maniera diversa, completa il cerchio delle analogie. Almeno spero. Detto questo, analizzando le parole del Sindaco Arena, mi fermerei a tre frasi emblematiche, che la dicono tutta sul risultato che egli si prefigge, ma che non raggiungerà. La prima: "rimanere a guardare non serve più a niente" viene riportata tra virgolette dai giornali. Un lapsus freudiano, senza dubbio. Egli comunica a chi è stato a guardare fino adesso che non serve più, e lo invita a cambiare atteggiamento; ma perchè, prima serviva? Evidentemente si, a qualcuno serviva. La seconda frase: "La città è entrata in un ingranaggio pericoloso, come successe in passato." Superfluo ricordare a quale periodo si riferisca Arena, naturalmente. Un chiaro riferimento a tempi e fatti che non si sono limitati a semplici conferenze stampa. La terza frase: "...non si combatte bollando una comunità come mafiosa". Ora sfido chiunque a trovare negli articoli che parlano del Sacco di Reggio una frase che definisca l'intera comunità reggina come mafiosa. Lo dice Arena, lo dice Scopelliti, non lo dicono i giornali. I giornali parlano di classe politica corrotta, di collusioni con la ndrangheta, di sperperi e di malaffare. Se Reggio fosse interamente mafiosa, allora dovremmo trovare la vittima di questa mafiosità, magari nelle città vicine, perchè non si può esser contemporaneamente vittime e carnefici di se stessi. Farneticazioni, solo ed esclusivamente farneticazioni, da parte del Sindaco Arena, che non ha capito che avere un mandato popolare non comporta il diritto di prendere in giro l'intero popolo che lo ha eletto. Onestamente le farneticazioni del Sindaco Arena, secondo me hanno l'importanza che ognuno gli vuole dare. Per me non hanno alcuna importanza.
La tecnica della presunta conferenza stampa rivelatasi un monologo senza contraddittorio nè domande da parte dei giornalisti non è nuova nel panorama politico, e soprattutto non è nuova a Reggio Calabria. Mi duole rammentare a me e a chi legge fatti tragici su cui ancora non è stata completamente fatta chiarezza, ma l'ultima pseudo-conferenza stampa della dottoressa Fallara ha avuto la stessa caratteristica: nessuna domanda è stata possibile. Tra i due episodi non c'è solo questa analogia, se ci pensiamo bene. In entrambi i casi il soggetto è messo sotto pressione sugli organi di stampa, vicino ad essere messo sotto giudizio da un organo di controllo, abbandonato dagli amici che lo hanno sostenuto e protetto fino ad oggi. I motivi per cui i soggetti sono stati messi sotto pressione ed un comportamento poco lucido da parte di entrambi, seppur esternato in maniera diversa, completa il cerchio delle analogie. Almeno spero. Detto questo, analizzando le parole del Sindaco Arena, mi fermerei a tre frasi emblematiche, che la dicono tutta sul risultato che egli si prefigge, ma che non raggiungerà. La prima: "rimanere a guardare non serve più a niente" viene riportata tra virgolette dai giornali. Un lapsus freudiano, senza dubbio. Egli comunica a chi è stato a guardare fino adesso che non serve più, e lo invita a cambiare atteggiamento; ma perchè, prima serviva? Evidentemente si, a qualcuno serviva. La seconda frase: "La città è entrata in un ingranaggio pericoloso, come successe in passato." Superfluo ricordare a quale periodo si riferisca Arena, naturalmente. Un chiaro riferimento a tempi e fatti che non si sono limitati a semplici conferenze stampa. La terza frase: "...non si combatte bollando una comunità come mafiosa". Ora sfido chiunque a trovare negli articoli che parlano del Sacco di Reggio una frase che definisca l'intera comunità reggina come mafiosa. Lo dice Arena, lo dice Scopelliti, non lo dicono i giornali. I giornali parlano di classe politica corrotta, di collusioni con la ndrangheta, di sperperi e di malaffare. Se Reggio fosse interamente mafiosa, allora dovremmo trovare la vittima di questa mafiosità, magari nelle città vicine, perchè non si può esser contemporaneamente vittime e carnefici di se stessi. Farneticazioni, solo ed esclusivamente farneticazioni, da parte del Sindaco Arena, che non ha capito che avere un mandato popolare non comporta il diritto di prendere in giro l'intero popolo che lo ha eletto. Onestamente le farneticazioni del Sindaco Arena, secondo me hanno l'importanza che ognuno gli vuole dare. Per me non hanno alcuna importanza.
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