"Il Monte Olimpo e il Monte Sinai"

Da Risveglioedizioni

Il Monte Olimpo, la Casa degli Dei L'Olimpo è, con i suoi 2.917 metri, la montagna più alta della Grecia, e per tal motivo divenne, nell'immaginario popolare, la sede degli Dei nella mitologia greca. È situato nella parte settentrionale del paese, tra la Tessaglia e la Macedonia non lontano dal Mare Egeo, e nel 1938 è diventato sede del Parco Nazionale del Monte Olimpo. Nel mito viene raccontato che sulla sua vetta, perennemente circondata da nubi, c'erano le abitazioni degli Dei (detti Olimpi) costruite da Efesto. A capo della numerosa famiglia c'era Zeus, mentre le altre divinità erano Era sua moglie, Poseidone suo fratello ed Estia sua sorella, Ares, Ermes, Efesto, Afrodite, Atena, i gemelli Apollo e Artemide, Demetra e Dioniso. Ade non abitava sull'Olimpo, ma nei suoi inferi, Demetra poi decise di vivere per sei mesi nell'Ade vicino alla figlia Persefone. Neanche Efesto abitava sull'Olimpo, bensì dentro Vulcano, la sua officina, mentre Apollo e Dioniso abitavano sull'Olimpo, ma trascorrevano spesso lunghi periodi sulla Terra. Ma perché scegliere come base il Monte Olimpo? Sul monte, Zeus sedeva sul trono e determinava il fato dei mortali, la casa degli Dei, la cui parte superiore si sollevava... Ovunque se ne parli, veniva descritto come un magnifico palazzo in cima ad una montagna, dove le mura del tempio risplendevano di oro e di argento, brillanti di luci simili a pietre preziose. Se riconsideriamo oggi, con gli occhi dell'uomo moderno, la casa degli Dei sul monte Olimpo, possiamo supporre che si trattasse di una nave spaziale, anche perché se ne parlava sovente di un luogo rombante. Abbiamo altri esempi molto simili e per certi versi incredibili: in Grecia abbiamo Perseo come portatore di conoscenza, i Maya si basarono sulle conoscenze di Viracocha, uomo dai lineamenti prettamente occidentali, alto, occhi chiari e capelli bianchi, molto simile alla figura della massima divinità greca, Zeus. Ma il cielo è sempre stato il punto di riferimento dei culti antichi, e venerati dagli antichi Greci, gli Dei dell'Olimpo venivano immaginati con le sembianze umane e con abitudini di vita simili a quella degli uomini. Avevano qualità e poteri sovrumani, ma allo stesso tempo possedevano difetti tipici degli umani: facili all'ira, erano spesso invidiosi e gelosi l'uno dell'altro, i loro divertimenti preferiti erano le trame di palazzo e le burle. Spesso e volentieri le loro storie personali si intrecciavano con quelle degli umani, non solo nelle vicende amorose, ma anche in quelle in cui gli uomini si combattevano per vincere una guerra, indirizzando, così, i destini dell'umanità. Il Monte Sinai, stessa sorte Sparse lungo tutto il pianeta, esistono, però, diverse altre montagne al centro di eventi misteriosi, fittizi o reali. Due di queste si trovano in Polonia, la prima è il monte Muzyna, una vetta il cui nome presenta una strana assonanza fonetica con il nostro monte Musinè in Piemonte, ove spesso la gente vede e fotografa dischi volanti, ma sempre in Polonia, vengono registrati fenomeni inspiegabili dagli inizi del XXº secolo sui monti Tatra, vicino la città di Zakopane. Questa catena montuosa splendida sotto il profilo turistico cela un inquietante segreto, perché dal 1917 vi sono scomparse, in circostanze oscure, ben 28 perso-ne, compresi cinque esperti scalatori, e secondo le dicerie locali, tutte queste persone sarebbero state rapite dagli Extraterrestri o, secondo un'altra versione, trucidate dagli agenti segreti sovietici, che sui monti Tatra avrebbero una base segreta. In America, invece, la montagna sacra per eccellenza è il monte Shasta in California, lo stesso che ha ispirato Steven Spielberg per la pellicola 'Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo'; sul monte Shasta si sono radunati per anni i cultori del fratelli cosmici, convinti che la montagna funzionasse come una mappa stellare per gli Extraterrestri. In Italia esistono almeno due doppioni del Musinè, uno è il Gran Sasso, anch'esso al centro di appari-zioni di luci e di boati misteriosi provenienti dalle viscere della montagna, l'altro è il monte Verugoli vicino La Spezia, come poco più a sud, nelle bellissime Alpi Apuane, si trova anche il Monte Sagro, già sacro anche alle antiche popolazioni liguri. Sul Verugoli, inoltre, ha operato per oltre venti anni lo studioso Stelio Asso con il Gruppo di Osservazioni e Ricerche Ufologi-che (G.O.R.U.), raccogliendo centinaia di segnalazioni di globi luminosi, trovando tracce a terra e fotografando, con particolari filtri nello spettro dell'invisibile, misteriose creature e sagome che ricordavano astronavi e porte dimensionali. Analoghe dicerie coinvolgono l'Etna e la zona di Cuasso al Monte. Sul monte Oropa, presso Biella, una leggenda vuole che sia stato ucciso, durante un conflitto a fuoco con un terrestre, addirittura un visi-tatore alieno. Infatti, all'interno della grotta della Rosazza i curiosi possono trovare ancora una gigantesca chiazza rossastra, posta all'altezza di due metri e mezzo circa, tale macchia c'è effettivamente ma non è, come vuole la leggenda, “una chiazza di un tipo di sangue sconosciuto, con un tipo differente di piastrine”, ma una semplice infiltrazione di argilla nella roccia... Come vedremo più approfonditamente nei capitoli successivi, per gli Ebrei il monte più sacro è naturalmente il Sinai, ove Mosè si incontrava nientemeno che con Dio. Ben pochi sanno, però, che la moderna archeologia non è ancora riuscito ad identi-ficare con certezza questa montagna, perché a circa 90 km a nord della penisola sinaitica esistono infatti ben tre cime, il Serbal, il Monte di Mosè ed il Monte di S.Caterina; quale dei tre fu veramente il Sinai non si sa. Sappiamo, però, che arrivati sul posto, il Signore incontrò ripetutamente Mosè su questo monte all'interno di una “densa nube” e disse di dire che nessuno sarebbe dovuto salire per nessuna ragione. Tutto ciò fa pensare che su questo monte vi si trovasse una specie di base extraterrestre che stava gestendo tutta la faccenda. Successivamente una o più nubi luminose ricoprirono la cima del monte e Mosè entrò in mezzo ad una di esse e sparì per diverse settimane, qui gli furono insegnate molte cose e gli furono dati diversi ordini di costruire svariati oggetti e/o apparecchi, tra cui la famosa 'Arca dell'Alleanza', uno strano 'contenitore' che doveva accogliere gli oggetti dati da Dio a Mosè, come doveva fungere da apparecchio di comunicazione tra “il Signore” e lo stesso profeta. Per certo, sappiamo che lo stesso YHWH, specificò più volte che tutte le cose dovevano essere costruite sul modello di come erano state mostrate a Mosè sul monte, e che quindi aveva effettivamente ricevuto una sorta di preparazione sul Sinai durante il suo lungo soggiorno. Mosè costruì anche la famosa 'Tenda del Convegno' che conteneva l'Arca, dove spesso veniva convocato a parlare con il “Signore”, che scendeva dal cielo a bordo di una “colonna di nube” che sostava sulla tenda mentre il “Signore” stesso, al riparo dalla tenda, parlava a Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro. Ovviamente, tutto questo non è altro che l’ennesima conferma che Mosè aveva a che fare con entità extraterrestri in carne ed ossa... Dopo un po’ di tempo, il Signore fece salire ancora Mosé sul monte, qui egli scese nella nube e rapì lo stesso Mosè per quaranta giorni. Quando il profeta ritornò dal suo popolo, egli aveva qualcosa di diverso: la sua pelle era “raggiante” al punto tale che gli ebrei avevano paura di questa sua nuova caratteristica, una paura che obbligò lo stesso Mosè a mettersi un velo davanti la faccia; è ovvio che Mosè era stato sottoposto a qual-che trattamento da parte del “Signore”, di cui non è possibile fare ipotesi valide per mancanza di elementi. Ma il “Signore” a bordo della sua nuvola volante scandiva anche quando il popolo ebraico doveva partire verso nuove tappe. Infatti si legge che la nube sostava sopra la 'Tenda del Convegno' e nessuno po-teva entrarvi dentro perché la “Gloria del Signore” riempiva la dimora, e quando la nube si alzava e si muoveva, allora il po-polo d’Israele partiva per la prossima tappa. Si legge anche che nella nube del Signore, durante il giorno, vi era in essa una luce e durante la notte vi si manifestava un 'fuoco', visibile da tutto il popolo d’Israele, per tutto il viaggio, e mai come in queste descrizioni si avverte che la natura della “Nube del Signore” possa essere il classico U.F.O. che diventava luminoso e che emanava radiazioni, tanto è vero che nessuno vi si poteva avvicinare quando era attivo. È ovvio che per essere visibile da lontano doveva essere enorme e molto luminoso, come le astronavi-madre che vengono spesso avvistate in tutto il pianeta... Autori: Ambra Guerrucci e Federico Bellini Titolo: "Alla Conquista del Pianeta Terra"
Collana: Civiltà Extraterrestri - Libro I
Editore: Risveglio Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2015
Formato: Libro 14,80x21
Pagine: 400
Prezzo: € 18
ISBN: 9788899009021
ISBN-A: 10.978.8899009/021
Info: risveglioedizioni@live.com

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