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Il motociclista a tavola - racconto inventato e semiserio di una giornata in moto

Da Motociclistidatavola
Avete mai fatto caso alla grande differenza fra i professionisti dello sport della moto e gli amatori? Io e Valentino Rossi siamo alti uguali ma credo che lui pesi più o meno come un mio avambraccio. Quando indossa la tuta. Il motociclista a tavola - racconto inventato e semiserio di una giornata in moto Il motociclismo non professionista si abbina facilmente alla tavola. Mi son stupito qualche hanno fa quando non ho trovato “motociclisti da tavola” nel web, mentre pensavo al nome del gruppo. Bene, in questo blog abbiamo spesso parlato di moto ma poco di tavola. Abbiamo recensito qualche locale ma è arrivato il momento di fare di più. E’ arrivato il momento di concentrarsi un attimo sulla tavola, specialmente ora che molte moto vanno in letargo. Qual è la giornata culinaria perfetta per il motociclista? Proviamo ad abbozzare. Sveglia con colazione abbondante per assumere subito la giusta dose di zuccheri. Diciamo, latte, fette biscottate con marmellata, qualche biscotto, una mezza merendina avanzata dallo spuntino della sera precedente, un frutto per la coscienza. Insomma, il motociclista non è come il cacciatore che fa colazione volentieri con la pasta e fagioli fredda presa dal frigorifero, lui ha bisogno del sapore dolce ma le calorie sono importanti. In genere il motociclista si ritrova presso un bar o presso un distributore (con bar annesso). Come viene scelto il bar del ritrovo? Parcheggio comodo, caffè buono e, possibilità di seconda colazione. Il motociclista a tavola - racconto inventato e semiserio di una giornata in moto Già, il vero motociclista arriva prima degli altri, diciamo dieci minuti prima dell’orario di ritrovo, prende un succo di frutta e una pasta (il caffè lo tiene per berlo con gli altri), divora il tutto e poi si piazza attorno alla sua moto e finge di studiarla. Man mano che arrivano gli altri argomenta sul fatto che fatica a trovare l’assetto, che la moto è slittata in un paio di rotonde, fortuna che è arrivato dieci minuti prima così può sistemare il tutto…. ma i baffi di zucchero a velo lo tradiscono. Prende il caffè assieme agli altri dicendo “certo, vi ho aspettato apposta”. Finalmente si parte. Dopo un paio d’ore la fila compatta comincia a disunirsi e in molti cominciano a fare il tipico gesto del caffè. Più o meno sono le 11.00, il gruppo ha già raggiunto il territorio delle sue scorribande. Altro giro di caffè fino a che il più coraggioso, in genere quello che nonostante mangi come un esercito pesa 50 kg, ordina un toast e una spremuta. A quel punto il nostro motociclista pronuncia la mitica frase, il più grande bluff che un motociclista abbia mai pronunciato: “facciamo così, giro di toast per tutti che poi andiamo un po’ per il lungo e a pranzo magari ci fermiamo tardi per un panino”. Sospiro di sollievo per i compagni di viaggio e toast, panini e pizzette che cominciano a girare vorticosamente. Nuovamente pieni si riparte e al massimo alle 13.00 si raggiunge il locale accuratamente scelto perché “ruspante”. Qualcuno ha avuto i sensi di colpa ma alla penultima sosta il motociclista fa nuovamente la domanda giusta “come andate, tiriamo dritto o pensiamo a fermarci?”. A questa domanda il complice, perchè c'è sempre un complice nel gruppo, di solito risponde: “comincio ad essere un po’ stanchino, non vorrei perdere concentrazione”. Tirare in ballo la sicurezza rasserena tutti i sensi di colpa. Salendo sulla bilancia il motociclista si sentirà sereno nel dire “ho preso 4 kg in un giro in moto ma l’ho fatto per essere sicuro”. Pranzo spartano e ruspante in genere vuol dire: affettati misti per tutti che magari poi non prendiamo altro, certo mettici anche della piada e dei formaggi; bis di minestre perché gli affettati erano buoni ma non erano troppi, in genere il bis è per le metà più uno dei presenti, per non esagerare, poi ce li dividiamo; un po’ di carne alla griglia perché qui è speciale sentite il castrato/tagliata com’è buona, stavolta per tutti, dopo l’imperdonabile errore dei primi ordinati per pochi e poi divisi; patate al forno per pulirsi la bocca; dolci secchi (questo è inspiegabile, il motociclista chiude i pasti con biscotti e ciambelle); giro di caffè. A questo punto sono almeno le 15.00, il motociclista non è fisicamente in grado di salire in moto, per la prima volta nella giornata si sente satollo. Solitamente c’è un gran premio a salvarlo. Non gliene frega nulla di Checa, Rossi, Stoner, Baldolini o altri, però sono un valido alibi. Appena finito il gran premio si riparte, destinazione casa, passo lento, pancia esplosiva. Non fidatevi di chi vi dice che il motociclista vero lo si riconosce sul Muraglione, in cima a Viamaggio o altrove. Il vero motociclista è quello che alle 16.30, durante l’ultima sosta in un distributore, chiede convinto con aria di sfida “chi c’è per un aperitivo?”. Ecco lui e quei due o tre che riescono a seguirlo sono i veri motociclisti, quelli che faticano a chiudersi le giacche, quelli che tengono i pantaloni slacciati, quelli che vedete in moto alle 15.30 con la visiera aperta e la faccia rossa perchè ruttano nel casco creando mix di odori e sapori indegni. Attenzione, non sottovalutateli, in genere sono anche molto bravi in moto.

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