Si sono appena concluse le Elezioni Amministrative 2012 che hanno visto emergere in maniera chiara il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Nielsen ha analizzato 210 mila messaggi relativi agli ultimi 12 mesi, evidenziando il ruolo dei social network come luoghi dove si concentrano la maggior parte dei post
Trend delle discussioni online su Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle
Nell’ambito politico italiano il ruolo dei social network sta divenendo in effetti sempre più rilevante anche tra le forze politiche più tradizionali. Quasi tutti i maggiori esponenti di partito in carica hanno oggi un loro profilo ufficiale su Facebook e un account su Twitter, e dialogano direttamente (chi più, chi meno) con gli elettori. Per il Movimento 5 Stelle questa è in realtà una prassi non solo consolidata da tempo, ma amplificata e intensamente sfruttata a livello quotidiano.
Il ruolo dei social network non è tuttavia limitato alle sole pagine ufficiali dei vari personaggi politici. Molte delle discussioni sul Movimento 5 Stelle avvengono, oltre che sul profilo e sul blog di Beppe Grillo o di altri politici (Bersani, Berlusconi, Vendola), anche sui Wall Comments di altri profili, quali ad esempio i profili di:
- siti di “contro-informazione”: Informare per resistere , I segreti della casta di Montecitorio, Informazione Libera, Ecco Cosa Vedo – Idee per una società etica, I hate Silvio Berlusconi
- giornalisti o testate giornalistiche: Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera, Repubblica, L’Unità, La7, Marco Travaglio.
I social network dunque sono i luoghi digitali nei quali si concentra la grande maggioranza dei post.
Discussioni online su Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, per tipo di Social Media
Un ordine di gerarchia che diventa ancora più netto in prossimità della tornata elettorale dello scorso weekend. Solo nella giornata di lunedì 7 maggio, giorno di chiusura dei seggi e di diffusione dei risultati delle consultazioni, si sono generati sul web circa 8.300 messaggi sul Movimento 5 Stelle, più del doppio di quanti rilevati nello stesso giorno per il Partito Democratico (poco più di 3.500 messaggi). Una giornata inevitabilmente frenetica, durante la quale la ricerca della notizia in tempo reale e dell’anticipazione o indiscrezione ha potuto prendere luogo proprio sui social network, con il 72% dei post su Beppe Grillo provenienti da Facebook e il 24% da Twitter.
E’ chiaro dunque come l’esito di queste consultazioni elettorali non sia da ritenersi solamente di natura politica. Vi è un segnale forte di mutamento sociale, trainato proprio dalla rete. I social media hanno mostrato tutto il loro potere di aggregazione, creazione di consenso e opinione, finendo per influenzare i comportamenti, non solo online, ma anche offline. I “grillini”, sfruttando il passaparola digitale, sono passati poi ad agire sul piano concreto, con un gesto assai reale – ovvero il voto sulla scheda elettorale – e conseguenze altrettanto tangibili: il primo sindaco marchiato 5 Stelle, i ballottaggi e il numero dei consiglieri comunali.