Il Movimento Cinque Stelle vuole vederci chiaro sulla Scuola di Giornalismo di Perugia.

Creato il 20 novembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Il Presidente della Commissione di vigilanza RAI Roberto Fico ha diramato una nota: a Perugia una “ scuola aziendale“?

Il Movimento Cinque Stelle di Perugia intende portare all’attenzione dell’opinione pubblica locale la nota diramata da Roberto Fico, Presidente della Commissione di vigilanza RAI.

La nota evidenzia l’anomala assunzione di 35 giornalisti tutti provenienti dalla Scuola di Giornalismo di Perugia. C’è stata una disparità di trattamento rispetto ai giovani che hanno effettuato lo stesso percorso formativo in altre scuole riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti?

Ecco la nota di Fico
 La Rai  ha assunto prima dell’estate 35 giovani giornalisti destinati alle redazioni regionali. Ottima notizia di questi tempi. Una piccola anomalia però c’è. I nuovi redattori provengono tutti dalla Scuola di Giornalismo di Perugia, fondata dalla Rai con l’Università degli Studi di Perugia. Le altre realtà formative del settore, pur riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti, non sono state prese in considerazione.
Perché si tratta di un’anomalia. Esiste un accordo del 28 giugno 2013 firmato da Rai e Usigrai, assistita dalla Federazione Nazionale della Stampa, che ha come oggetto le misure sulla gestione delle “risorse umane al centro delle politiche di rinnovamento e di sviluppo della RAI”. In questo documento si programmano procedure di reclutamento di personale giornalistico esterno e misure di riassetto delle competenze tecnico professionali.
Nell’accordo si legge che “l’Azienda si dichiara disponibile ad utilizzare n. 35 nuove risorse qualificate provenienti dalle Scuole di giornalismo, secondo prassi aziendale”.
Il plurale di Scuole è significativo. Sembrava che Viale Mazzini intendesse ingaggiare cronisti formatisi in tutte le scuole di giornalismo, non privilegiando una realtà piuttosto che un’altra. Ma così non è andata, come è evidente: “per prassi aziendale”, la Rai si affida a Perugia.
Allora quella di Perugia si viene a configurare come una scuola aziendale? Perché se così fosse l’Ordine dei Giornalisti non potrebbe riconoscerle il praticantato giornalistico, ovvero la possibilità offerta agli studenti, a fine corso di studi, di sostenere l’esame di Stato* per iscriversi all’Albo dei Giornalisti Professionisti. Dobbiamo, quindi, pensare che esiste realmente una corsia preferenziale per gli studenti della scuola umbra? Se questa “prassi”, che premia Perugia e non altre, è universalmente conosciuta e trasparente, perché non è stata resa palese nell’accordo?
Ho portato la questione all’attenzione del Direttore Generale Gubitosi e del Segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani ricevendo risposte che non chiariscono in fondo la vicenda. La Scuola di Perugia è o non è una scuola aziendale? Gubitosi ha detto di non sapere se può essere definita tale, affermando che è sicuramente quella con cui Rai  ha “più rapporti”. Il rappresentante del sindacato dei giornalisti Rai  ha risposto che bisogna chiederlo all’Ordine. Di Trapani ha anche dichiarato in audizione in Commissione che il bacino di ex studenti di Perugia, a cui attingere per le assunzioni, era di esattamente 35 persone, proprio il numero dei neocronisti utili al servizio pubblico, mentre Enzo Iacopino, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, afferma che il bacino arrivava ad una cinquantina di persone.
Come si vede le contraddizioni non si contano e la confusione è tanta.
Su una cosa si sono tutti dimostrati d’accordo e cioè che la necessità di chiamare in tempi brevi gli ex studenti di Perugia nelle testate regionali era dettata dall’urgenza di fare fronte al piano esodi che avrebbe lasciato il deserto nelle redazioni e messo a serio rischio la messa in onda dei notiziari. Ma un piano presupporrebbe una programmazione di interventi proprio per lavorare nell’ordinario ed evitare le emergenze, o no?
Ovviamente in Commissione Vigilanza Rai  insisteremo sulla vicenda. Mi preme ottenere spiegazioni per capire se si è realizzata o meno una disparità di trattamento tra giovani che hanno effettuato lo stesso percorso formativo, quello cioè delle scuole riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti, e che con questa operazione non avrebbero avuto le stesse possibilità di ingresso in Rai  che, ricordiamolo, rimane un’azienda pubblica.
Roberto Fico – Presidente Commissione di Vigilanza Rai

*L’Art. 2 del Quadro indirizzi dell’Ordine dei Giornalisti prevede che l’Ordine non riconosce le scuole aziendali. “



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