il muro a milano

Creato il 02 aprile 2011 da Matteocarrera

The Wall è un’opera rock imprescindibile per tutti, non fosse altro perché è impossibile da evitare. Inevitabilmente, prima o poi, con il concept di Roger Waters bisogna fare i conti. E se per chi come me, con The wall ci ha fatto i conti prestissimo, può anche capitare che dopo anni di ascolti, venga un po’ a noia, oppure semplicemente non lo si ascolti più. Ieri ero al concerto di Roger Waters a Milano. Rappresentava The Wall. Forse rappresentare è il verbo corretto. Non si è trattato infatti di un concerto nei termini con cui possiamo immaginarlo. Era un’esibizione multimediale di suoni, musiche, immagini. Il muro che cresce durante il susseguirsi della track list risultava lo schermo perfetto per una serie ininterrotta di suggestioni. La meraviglia e lo stupore erano i sentimenti dominanti, tali quasi da lasciare passare in secondo piano i pezzi, suonati per altro alla perfezione. Forse proprio il fatto di conoscere l’album così bene per averlo ascoltato molte volte, riduceva le aspettative musicali; tutta l’attenzione era concentrata sul muro che saliva e separava la band dal pubblico mentre le immagini stordivano e meravigliavano la gente. I pixel delle immagini erano evidentemente mappati e solo quando ciascun another brick on the wall era correttamente posizionato entrava a far parte dello schermo su cui venivano proiettate i filmati e le fotografie. Gli effeti speciali sono stati avvolgenti e coinvolgenti. Roger Waters da solo al di là del muro che con un colpo rompe i mattoni e lascia spazio ad una sequenza di colori psichedelici, una seconda volta, invece, che favorisce la nascita di uno squarcio di luce bianca sul muro in ombra, sono solo alcuni dei momenti più dirompenti. Per non parlare dei fanali delle macchine che si intravedevano da dietro il muro che sfrecciavano via prima di riuscire ad attraversare il muro e proiettarsi sul pubblico entusiasta. E’ difficile fare un reseconto a parole di tutte queste immagini e suggestioni. Il muro crolla e lascia a chi c’era la consapevolezza di un evento indimenticabile, di un’esperienza irrepetibile, la conferma della grandezza di un artista, Roger Waters, e di un opera, The Wall, a cui per fortuna ci è impossibile sfuggire.



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