Edimburgo – Il terreno di gioco del Murrayfield è sempre stato uno dei fiori all’occhiello del rugby scozzese, portato ad esempio virtuoso, ammirato ed invidiato in giro per il mondo.
Tutto questo era vero fino a pochi mesi fa, quando un maledetto verme si è insidiato tra i fili d’erba e nessuno, nonostante gli enormi sforzi profusi, è da allora riuscito a scacciarlo.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con il campo spelacchiato in più punti e la reputazione della Highland Cathedral minata. Molte gare di competizioni minori sono state spostate dal Murrayfield; anche gli incontri di Edinburgh erano sembrati a rischio, per preservare quello che rimaneva del campo in vista degli impegni dellla Scozia nel 6 Nations.
La SRU ha deciso di risolvere una volta per tutte la questione, optando per l’installazione di un campo sintetico, che sarà il più grande investimento sullo stadio dopo la sua ricostruzione nel 1994.
I lavori inizieranno in primavera, per fare in modo che il terreno di gioco sia pronto per la prossima stagione.
Il terreno di gioco sarà in erba naturale “rinforzata” da milioni di fili sintetici. Il “Desso Grassmaster” dà garanzie maggiori di un terreno di gioco in erba naturale, consentendo di disputare fino a quaranta gare a stagione.
Esempi di questa tecnologia, in ambito rugbystico, sono il campo dell’Aviva Stadium di Dublino, Twickenham, il Nelson Mandela Bay Stadium a Port Elizabeth e il Forsyth Barr Stadium di Dunedin.