Degl'Innocenti - Bruni - Franceschini
Il Museo Nazionale di Taranto già parla un linguaggio comunicativo, con una relativa promozione, che raggiunge, attraverso la personalità della sua direttrice Eva Degl’Innocenti, i circuiti nazionali. “È bastato poco per veicolare il Museo di Taranto nell’immaginario “nazional – popolare” italiano. Si tratta di un fenomeno mass-medioologico ad intreccio e a retina”. Così sottolinea Pierfranco Bruni, Vice Presidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittore (Sindacato che si è subito schierato a favore della Riforma Franceschini e di cui Bruni è uno dei massimi dirigenti nazionali che ha condotto prima una battaglia per l’autonomia del Museo e poi per dare spazio e alla promozione, valorizzazione e fruizione delle culture), e intellettuale di primo piano nel panorama europeo e già candidato al Nobel per la letteratura, perché la soffitta, concetto molto caro a Tommaso Landolfi e a Papa Francesco, non può restare impolverata e la memoria che custodisce deve diventare immagine, immaginario e attrazione.“Il fatto che del Museo di Taranto, chiarisce Bruni, ne parli, grazie alla sua direttrice, un settimanale come ‘Gioia’ è un fatto di notevole importanza che non riguarda soltanto la cultura e i beni culturali, ma tutta la città, perché si offre una vetrina ad una città che in questi mesi non ha fatto altro che usare il termine ‘scippo’. Questa è la dimostrazione che chi protesta contro la Riforma Franceschini ha torto. Il problema vero non è soltanto una questione economica. È una questione di ridare una immagine nuova alla città e alla sua identità culturale. Il provincialismo non ha mai pagato, parole di Bruni, come non ha pagato ai tempi in cui non si voleva che gli Ori di Taranto andassero a Milano”. !Noi come Sindacato e come intellettuali, cesella Bruni, che operano sul piano della progettualità puntiamo a fare programmi. In diversi miei articoli, apparsi in questi giorni, come Sindacato Libero Scrittori, che collabora a livello nazionale con il Mibact e proprio in virtù di ciò posso aprire una dialettica con i cittadini e la cittadinanza, ho cercato di far riflettere che una città come Taranto è il Museo che porta valorizzazione e che non bisogna arroccarsi su cellule di nostalgie storiche”.