Il narcotraffico e le sue vittime: la violenza in Messico abbassa l’aspettativa di vita degli uomini

Creato il 12 gennaio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il narcotraffico e i dati sull’aspettativa di vita in Messico, un legame sempre più stretto

La violenza è purtroppo una realtà quotidiana in molti paesi di tutto il mondo. In alcune nazioni nello specifico, la violenza legata al narcotraffico arriva ogni anno a cifre simili a quelle di bollettini di guerra; forse perché di guerra si sta parlando.

Josè Manuel Aburto, Hiram Beltràn-Sànchez, Victor Manuel Garcìa-guerrero e Vadimir Canudas-Romo hanno lavorato sullo studio (pubblicato sulla rivista Health Affairs) degli anni vissuti in media dalla popolazione messicana e ne hanno dedotto che per sessant’anni l’aspettativa di vita sembrava essere cresciuta, ma che tra il 2000 e il 2010 sia rimasta costante. Nello specifico, tra il 2005 e il 2010, quella maschile aveva subito un calo, mentre, negli stessi anni, quella femminile tendeva ad alzarsi.

Negli stessi anni, la riforma Seguro Popular de Salud assicurava a tutta la popolazione la copertura sanitaria e dal 2005 in poi è cresciuto esponenzialmente il numero degli omicidi.

A livello geografico, risulta che le zone interessate siano soprattutto quelle degli stati settentrionali, come Chihuahua, Sinaloa (la patria del cartello di El Chapo, arrestato pochi giorni fa in seguito ad una evasione dal carcere di massima sicurezza messicano) e Durango. In queste zone si trovano i picchi degli omicidi causati dalla guerra tra i narcos. E’ proprio qui, in questi stati, che l’aspettati di vita degli uomini è calata di tre anni.

Questo deficit di è poi anche esteso alle zone centrali e meridionali, anche se meno colpiti dalla guerra della droga, ma sempre a causa di omicidi. In queste zone, però, si parla di una diminuzione dell’aspettativa di vita che arriva a una diminuzione di sei mesi e che non si estende, come nel caso delle zone settentrionali, arrivando fino a tre anni.

Sembrano lontani i periodi di “pace” tra i narcotrafficanti. L’ultimo risale agli anni in cui il dominio assoluto in sudamerica era attribuito a Pablo Escobar, situato in Colombia. In quegli anni, infatti, il capo della malavita colombiana si era assicurato il monopolio assoluto sul commercio e per diverso tempo non ha avuto rivali ardui al punto di scatenare guerre tra narcos.

Il governo colombiano decise comunque di intervenire, ostacolando così il patròn e portando uno squilibrio tra i narcos colombiani. I cartelli meno influenti di Pablo Escobar ebbero il tempo di organizzarsi e di colpire il boss, occupato a combattere contro il governo e perdendo così molte forze e denaro. Ancora oggi la Colombia non ha pace e, come il Messico, assiste ogni giorno alla marcia della morte in nome del narcotraffico.

S.C.

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