Il narcotraffico e i dati sull’aspettativa di vita in Messico, un legame sempre più stretto
La violenza è purtroppo una realtà quotidiana in molti paesi di tutto il mondo. In alcune nazioni nello specifico, la violenza legata al narcotraffico arriva ogni anno a cifre simili a quelle di bollettini di guerra; forse perché di guerra si sta parlando.
Josè Manuel Aburto, Hiram Beltràn-Sànchez, Victor Manuel Garcìa-guerrero e Vadimir Canudas-Romo hanno lavorato sullo studio (pubblicato sulla rivista Health Affairs) degli anni vissuti in media dalla popolazione messicana e ne hanno dedotto che per sessant’anni l’aspettativa di vita sembrava essere cresciuta, ma che tra il 2000 e il 2010 sia rimasta costante. Nello specifico, tra il 2005 e il 2010, quella maschile aveva subito un calo, mentre, negli stessi anni, quella femminile tendeva ad alzarsi.
Negli stessi anni, la riforma Seguro Popular de Salud assicurava a tutta la popolazione la copertura sanitaria e dal 2005 in poi è cresciuto esponenzialmente il numero degli omicidi.
Questo deficit di è poi anche esteso alle zone centrali e meridionali, anche se meno colpiti dalla guerra della droga, ma sempre a causa di omicidi. In queste zone, però, si parla di una diminuzione dell’aspettativa di vita che arriva a una diminuzione di sei mesi e che non si estende, come nel caso delle zone settentrionali, arrivando fino a tre anni.
Sembrano lontani i periodi di “pace” tra i narcotrafficanti. L’ultimo risale agli anni in cui il dominio assoluto in sudamerica era attribuito a Pablo Escobar, situato in Colombia. In quegli anni, infatti, il capo della malavita colombiana si era assicurato il monopolio assoluto sul commercio e per diverso tempo non ha avuto rivali ardui al punto di scatenare guerre tra narcos.
Il governo colombiano decise comunque di intervenire, ostacolando così il patròn e portando uno squilibrio tra i narcos colombiani. I cartelli meno influenti di Pablo Escobar ebbero il tempo di organizzarsi e di colpire il boss, occupato a combattere contro il governo e perdendo così molte forze e denaro. Ancora oggi la Colombia non ha pace e, come il Messico, assiste ogni giorno alla marcia della morte in nome del narcotraffico.
S.C.
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