Il narratore e il giocatore: qualche riflessione a partire dalle nostre iniziative

Creato il 25 marzo 2013 da Autodafe

di Cristiano Abbadessa

Da un paio di giorni si è conclusa l’offerta lancio per scaricare gratuitamente il primo ebook della collana Narrativo Presente, dal titolo La sovranità appartiene al popolo. Abbiamo quindi un primo polso della situazione, sapendo quanti hanno scaricato la raccolta, e da qui potremo partire per vedere, in particolare con le nuove uscite, quale sarà il riscontro del pubblico pagante.
È dunque presto, disponendo solo di questo primo parametro, per fare qualsiasi valutazione sulla capacità di penetrazione nel mercato del progetto e per verificarne la sostenibilità economica. Non è invece presto, giunti ormai a fine marzo e quindi con tre raccolte quasi completate, per fare qualche valutazione sulla bontà dell’idea dal punto di vista letterario, prendendo come riferimento i racconti inviati dai partecipanti.
Come già accennato, in questo senso il progetto mi sembra aver avuto una risposta egregia. Lo spirito dell’iniziativa è stato ben colto dai partecipanti, sia nella sua portata complessiva sia nella declinazione narrativa. Al riguardo, c’è stata, come giusto, qualche difficoltà nel registrare al meglio il rapporto tra libera narrazione e fedeltà tematica, ma mi pare che si sia rapidamente giunti a un equilibrio più che soddisfacente.
Apro qui una parentesi, relativa al mio post di un paio di settimane fa in cui sottolineavo l’importanza delle citazioni e delle notizie quali elementi essenziali per la riflessione, che non doveva svilupparsi solo a partire dal titolo. Ci torno perché alcune private corrispondenze mi hanno fatto sorgere il dubbio di non essere stato chiaro, anche se, rileggendomi, mi pare invece che i concetti siano stati espressi in modo adeguato. Preciso comunque, a scanso di equivoci, che se il titolo è per sua natura generico, le frasi di accompagnamento costituiscono solo degli esempi per meglio focalizzare le tematiche, ma senza con questo rappresentare una traccia di lavoro chiusa: per stare al tema ancora in essere su “Un paese per giovani e vecchi”, credo sia chiaro che i temi richiamati sono quelli delle opportunità, della decisione sul proprio futuro, sul farsi da parte e sul farsi stada, sulla competenza; ma suppongo sia banale dire che non necessariamente si deve parlare, nei racconti, di papi o neodeputati, esodati o presentatori televisivi. Lo ribadisco per scrupolo e rimando al post precedente, che era più ampio, chiudendo qui la parentesi.
Quel che mi più mi ha colpito, positivamente, è stata la capacità di attrazione del progetto. I partecipanti, e il dato non è segreto perché lo si può verificare guardando la lista dei racconti pubblicati sul nostro sito, sono stati numerosi senza diventare una marea. Importante, però, che accanto a nostri autori del passato e del futuro si vadano ogni mese allineando nuove scoperte, scrittori che si avvicinano al progetto senza avere avuto precedenti contatti con la casa editrice, narratori che si cimentano in una nuova opera che li ha coinvolti e convinti. Il numero dei partecipanti crescerà, credo in progressione naturale e non geometrica, con il diffondersi dell’iniziativa, con gli inevitabili alti e bassi dovuti all’appeal del tema del mese; e immagino che, per le caratteristiche del progetto, la qualità e la sensibilità degli autori si manterranno sui livelli raggiunti fin dall’inizio.
È un aspetto importante, anche perché mi suggerisce qualche ulteriore considerazione. A oggi sono stati pubblicati sul sito 33 racconti e ne sono stati scartati, perché non pertinenti al tema, non più di un paio. In termini percentuali, vuol dire che gli autori “imbucati”, che ci hanno provato inviando un’opera che non c’entrava nulla, non raggiungono il 6% del totale. Aggiungo che ritrovo identica percentuale nel lavoro di selezione fatto per le due serate della rassegna del Pubblico Narratore di cui ci siamo occupati direttamente: anche lì, su numeri molto simili, chi ha inviato racconti lo ha fatto attenendosi quasi sempre alle indicazioni e restando perfettamente in tema con la proposta.
Narrativo Presente e Pubblico Narratore sono due iniziative diverse, soprattutto nella destinazione finale delle opere: in un caso le migliori vengono pubblicate in ebook, nell’altro vengono invece smembrate e utilizzate per una narrazione condivisa che avviene attraverso pubblica lettura (ma senza pubblicazione); in entrambi i casi, i racconti rimangono raccolti e disponibili nel web, sui rispettivi siti. Sottolineate le differenze, va però rimarcato che entrambe le iniziative si rivolgono alla produzione culturale, alla narrazione e alla voglia degli autori di intraprendere un percorso di progressiva crescita professionale, attraverso il confronto con editori e altri autori.
Non è un caso che progetti di questo tipo dimostrino che non vi è alcuna difficoltà, per un autore serio, a rispettare le indicazioni. In Narrativo Presente si viene chiamati a scrivere su precisi temi dati, ma a nessuno o quasi viene in mente di provare a inviare produzioni fuori luogo con la sola speranza di ottenere visibilità. Non può che venirmi in mente la ben diversa esperienza fatta per quasi due anni con la libera accoglienza di proposte editoriali inviate ad Autodafé, purché le opere riguardassero la realtà sociale dell’Italia contemporanea (tema assai vasto). Come sapete, lì l’esito fu ben diverso e assai più sconfortante, tanto che l’enorme quantità di proposte del tutto implausibili ci ha costretto a rivedere la politica di scouting, danneggiando peraltro gli autori seri e in fondo noi stessi: ben diversamente sarebbero andate le cose se in un anno avessimo, per dire, ricevuto un centinaio di proposte di cui solo cinque o sei fuori luogo, e magari una buona metà di buono o ottimo livello letterario.
Credo che i risultati ben diversi delle due esperienze dipendano quasi esclusivamente dalla straripante presenza non di aspiranti autori o, ancor meglio, di aspiranti scrittori, ma di semplici aspiranti “pubblicati”: persone che hanno scritto un libro (o qualcosa di simile) e che mirano solo a veder soddisfatto il proprio ego tramite la pubblicazione, senza alcuna cura per la qualità dell’opera, per la serietà dell’editore, per la vendita del libro stesso e, men che mai, per la sua diffusione e lettura. Presunti autori che in realtà si avvicinano all’editoria con l’atteggiamento del giocatore incallito, che tenta la via della fortuna sfidando il solo calcolo delle probabilità, ma senza che entrino in ballo in alcun modo il merito e le capacità.
Narrativo Presente, in attesa dei risultati di pubblico, ci ha già permesso di costruire o rafforzare una rete di rapporti con autori veri, capaci di inserirsi in un progetto e condividerne le finalità, di mettersi in gioco, di intraprendere un percorso di continua crescita comune. Oggi autori, domani scrittori, con cui si può pensare seriamente di lavorare. E non è un risultato da poco.


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