Il Natale lo vedo un po’ come una grossa lente di ingrandimento, un amplificatore, un microscopio, uno zoom sulla nostra vita, i desideri, i cattivi ricordi e quelli che si vorrebbero ancora costruire. Un enorme riflettore posto su quello che abbiamo e che abbiamo perso. Ed è così per tutti, anche per chi al Natale non bada, non crede, per quelli che non fanno né albero né presepe, per quelli che non hanno soldi da spendere in regali e pensierini. Arriva e arriva anche per chi vorrebbe ignorarlo, perché tutto intorno c’è aria di festa, preparativi e l’aspettativa che in quel giorno, in quella settimana si sia tutti più buoni e più felici. Tutti: la vittima del crimine efferato, il carnefice; la famiglia distrutta e quella del Mulino Bianco. Tutti. Tutti pronti ad essere più sorridenti e benevoli, qualunque sia l’ombra che in quel momento o da sempre hai sopra di te. Tutti pronti con i nuovi propositi per l’anno nuovo, gli stessi dell’anno passato. Quando arriva, arriva.
A volte Natale lo passi in un letto di ospedale o in compagnia di radiazioni che ti curano e distruggono allo stesso tempo. Il tuo cenone consiste in brodino senza pasta, e sorridi perché almeno non ti tocca mangiarla scotta! E sorridi ancora perché gli amici vengono a trovarti… Read More
via Ecce Clelia
Vignetta: Mutts Patric Mc Donnell, 25/12/2008