La sede dello European Spallation Source. Crediti: ESS / Team Henning Larsen Architects.
Sarà un centro di ricerca multi-disciplinare basato sulla più potente sorgente di neutroni mai realizzata, circa 30 volte più luminosa delle attuali, e consentirà nuove opportunità per i ricercatori nel campo della fisica fondamentale, delle scienze della vita, dell’energia, della tecnologia ambientale e dei beni culturali.
È il progetto ESS (European Spallation Source) e l’Italia vi parteciperà con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), e con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed Elettra Sincrotrone Trieste. La European Spallation Source rappresenterà un’opportunità non solo per il mondo della ricerca scientifica ma anche per le industrie di alta tecnologia del nostro Paese.
“Riteniamo che la partecipazione italiana a un progetto importante come ESS – sottolinea Antonio Zoccoli, vicepresidente dell’INFN – sia assolutamente strategica per il nostro paese: da una parte, infatti, garantirà ai nostri ricercatori nuove opportunità in diversi campi della ricerca fondamentale e applicata, dall’altra costituirà un’opportunità unica per le nostre industrie di alta tecnologia che potranno contribuire alla costruzione di ESS”.
Si tratta di un progetto pan-europeo del valore di 1,84 miliardi di euro, cui partecipano almeno 17 stati. Il contributo dell’Italia sarà è pari al 6% del costo totale, di cui l’80% sarà in-kind, cioè attraverso la fornitura di parti della macchina. L’infrastruttura, la cui realizzazione inizierà nel 2014 e durerà circa dieci anni, sarà costruita a Lund in Svezia, mentre il centro di supercalcolo che gestirà i dati avrà base a Copenaghen, in Danimarca.
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf