Il New York Times si chiede: un gay, cattolico e di sinistra può davvero battere la corruzione in Sicilia ?

Creato il 26 settembre 2013 da Diarioelettorale

La mia risposta è no ! Ragionevolmente nessuno potrà battere la corruzione in Sicilia.

E non basterà l’essere “diverso”, ma anche “Cattolico” e di “sinistra”.

Da quando c’è l’elezione diretta del Presidente della Regione in Sicilia i siciliani hanno eletto un tale Salvatore Cuffaro, finito dietro le sbarre per avere in qualche modo favorito la mafia, poi un tale Raffaele Lombardo, sotto processo per avere avuto a che fare anche lui in qualche modo con la mafia, e poi infine Rosario Crocetta, finito sotto processo da parte dei maggiorenti del Pd per avere osato combattere la mafia, il malaffare e la corruzione che tutti a parole dicono volere avversare ma che nei fatti per tacito accordo tra le parti mai e poi mai debbono essere combattuti realmente.

Crocetta’s predecessor is currently being prosecuted on charges of ties to organized crime. The one before him is serving time in jail. Another one, Piersanti Mattarella, was killed by the Mafia in 1980. “Either dead or in jail,” Crocetta told me. “I don’t know yet how my story will end.”

Crocetta’s claims that he would bring a revolution to Sicily now ring more hollow. But if the revolution dies, it may not be from a Mafia assassin’s knife in the back but from a thousand political cuts. When I spoke with him by phone in mid-September, however, Crocetta seemed upbeat. Isolation is something of a natural condition for him. He did not manage to cut many jobs (“This is not a time for social slaughter,” he told me), but he saved money in other ways. “When I came into office, Sicily was risking bankruptcy,” he said. “We have cut more than 2.5 billion euros in expenses without significant job losses, and we succeeded in freeing 850 million in European funds” — earmarked for aid to Sicily — “that were tied up in bureaucracy.” He went on, anticipating questions about the criticisms that are now regularly lodged against him: “We cannot make miracles. Even President Obama has to wait to see the effect of big revolutions like the health care reform.” He went silent for a while on the phone, then said: “I don’t know if my government will be the one to harvest the results of change, but I’m sure that I have disrupted things. It’s my presence, more than my accomplishments, that signifies change.”

Certo ci stanno persone come Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Caponnetto e altri isolati esponenti del PD che scrivono cose come questa:

Per la prima volta un esponente della vera antimafia non parolaia e per questo condannato a morte prova a governare una regione difficile da amministrare: Rosario Crocetta. La verità e che Crocetta ha toccato gli interessi di cosa nostra ben radicati nella burocrazia regionale. Crocetta ha colpito gli interessi politici e clientelari dietro gli enti di formazione. Ha tagliato gli sprechi senza fare macelleria sociale. Crocetta è scomodo a 360 gradi in quanto è un personaggio reale e non virtuale. È un personaggio vero che prova a cambiare la Sicilia. Rosario Crocetta è il primo esponente del centrosinistra a vincere le elezioni regionali in Sicilia. Prima di lui nessuno ce l’aveva mai fatta. È un governatore che sicuramente avrà i suoi difetti ma di cui non ci si vergogna. Ebbene a meno di un anno dalla sua elezione invece che rilanciare la sua azione di governo i siciliani del pd escono dalla maggioranza. Un gesto che al centro nord nessuno tra i militanti del pd comprende e che viene inquadrato nella c.d. sindrome del Tafazzi. Crocetta fa parte dal 2004 dell’ufficio di presidenza della Fondazione Caponnetto. Ognuno di noi ha le proprie idee politiche spesso diverse ma quando viene toccato uno di noi che combatte l’illegalità mafiosa e non, in nome del nostro maestro di vita Nonno Nino, lo difendiamo a spada tratta. Oggi è in corso un tentativo di isolamento e di delegittimazione nei confronti di Crocetta. La delegittimazione spesso è l’anticamera della eliminazione fisica. È sempre avvenuto così. Ebbene noi non lo permetteremo, a prescindere. Invitiamo quindi tutti a sostenerlo indipendentemente dalle proprie idee al grido di: giù le mani da Crocetta.“.

Ma ci stanno anche e sopratutto gli altri, il corpo grosso del Pd, quello che tace e consente, quello che alla fine conta davvero.

E’ la Sicilia, è l’Italia, bellezza e tu puoi fare davvero poco !

qui il lunghissimo articolo di Marco De Martino sul New York Times

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