Phil, uomo deluso dalla vita amara e soprattutto dalle donne che girano attorno e gliela fanno annusare; ma sono personaggi ambigui e non gliela danno mai!Rintronato da alcool e sigarette, tira avanti con lavoretti semplici che diventano subito oscuri per via che gli spengono sempre la luce. Accende fiammiferi un dopo l’altro per sbirciare la strada e cercare prove. Ma è sempre scivolosa e negli spostamenti la pioggia gli spegne anche le sigarette. Questo delle sigarette è un vero problema per Phil, perché la dark lady di turno, che ci vede con l’unico occhio libero dai capelli, per accalappiarlo gli chiede sempre di accendere e poi gli sbuffa in faccia.
La maniera di scoprire le cose, per Phil, è incasinare le situazioni in maniera violenta e imprevedibile, shakerarle come un cocktail di solo whisky e senza zucchero, e infine gonfiarle a suon di pugni fino a far sputare denti, verità e sangue.
Durante gli appostamenti ha molto tempo per pensare in flash-back a tutti i casi che fortunosamente ha risolto, e ciò gli dà una fiducia del tutto infondata. Allora, soddisfatto, si appoggia all’angolo del muro dov’è appostato: le spalle abbassate, il cappello sulla fronte, la mascella dura lo fanno apparire pronto a fare a pugni. Tutto ciò non gli dà risposte, ma gli offre una bella posa plastica. Nonostante tutto, Phil è un duro, si ostina a cercare un senso che sciolga il nodo. Getta con rabbia il mozzicone; l’amaro della sua vita sta tutto in queste cazzo di sigarette bagnate che fuma!
Phil il detective, frastornato e assonnato, alla fine arriva alla resa dei conti. Ma due e due nel noir non fa mai quattro; alcuni conti si rifiutano di arrendersi. E Phil deve sparargli.
Fabrizio Sapio