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Il nonno nei Granatieri di Sardegna… storia tragica ma non troppo…

Creato il 22 agosto 2015 da Yellowflate @yellowflate

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il 24 maggio 1915, il nonno Giovanni viene richiamato, con il grado di sottotenente, che aveva conseguito frequentando il corso allievi ufficiali, durante il servizio di leva.

Era un uomo maturo, di 34 anni che a casa lasciava la moglie Virginia e tre figli piccoli...

Dopo un periodo di guerra illogica ed estenuante, con gravi perdite e ferimenti di soldati e amici per colpa degli alti ufficiali, il tenente Giovanni perde la fiducia e alla prima grande rivolta appoggia i suoi uomini in dissidio con i superiori.

Arrestato e processato viene subito degradato e spedito come soldato semplice in trincea, evitando per un soffio pene più gravi, forse in virtù del fatto che a casa aveva una famiglia sulle spalle.

Per dare un'idea del clima che c'era al fronte, trascrivo una lettera del capitano Virgilio Carta inviata al fratello in Sardegna:

14.8.1917 "Carissimo Manfredi, io non sono più un'esistenza, sono uno spettro, che già gira in mezzo al marciume del camposanto, freddo e indifferente. Per me la vita non è più una realtà. È un sogno o, al più, un ricordo; questo ricordo non mi desta alcun desiderio, non mi lascia rimpianti. È una cosa passata: ecco tutto. Non spaventarti, caro fratello, sono sempre il tuo Virgilio, sano e intero, che aspetta quel giorno delizioso in cui potrà riabbracciare i suoi cari. Solo che qui ritrovo in me una nuova natura, il carattere, voglio dire, diabolicamente freddo dei famosi monatti della peste di Milano. Giriamo in un camposanto, vediamo teschi, membra putride, marciume, fetore, orrori di tutte le specie e, in mezzo a tutto questo, noi ridiamo, scherziamo, mangiamo, beviamo e aspettiamo di diventare anche noi una cosa schifosa".

In seguito, ormai entrato nell'occhio dell'assurdo ciclone militare, al nonno Giovanni, vengono trovati tra i suoi effetti personali, appunti scritti in tedesco ed una lettera dell'amico tedescofilo Kafka che gli aveva spedito la moglie da casa...

Per questi fatti rischia l'incriminazione per tradimento e intelligenza col nemico, viene quindi ammanettato e in catene condotto a Peschiera, nel grigio carcere militare.

Dopo qualche giorno di consulti tra i capoccia, viene rispedito in prima linea in trincea e vi rimane fino alla fine della guerra, minacciato ad ogni occasione di disfattismo, codardia, tradimento.

Ritornato a casa dopo le tristi vicende belliche non riesce più a riprendere il suo lavoro nello studio notarile e il vecchio notaio, che lo aveva accolto come un figlio e lo aveva voluto come suo socio, accetta la sua auto-sospensione, gli terrà il suo posto, con la speranza che il malessere passi presto.

Nel frattempo nonno Giovanni, demoralizzato e sfiduciato, si mette con il padre anziano a coltivare i campi e i castagneti....

Bruno Chiarlone Debenedetti.
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