Orbene, non si può negare che già solo per il fatto di essere feste, sono buone (comunque meglio di quando non lo sono). Il fatto poi che un'eventuale sfiga possa essere percepita come peggiore in questo periodo dell'anno, piuttosto che in un altro, è un semplice sintomo di autoreferenzialità dovuta alla stessa (pretesa) "straordinarietà" dei giorni in questione. In altre parole, il fatto che siano considerati giorni speciali, implica la necessità di una sorta di illusoria assicurazione, stipulabile esclusivamente tramite una qualche scaramanzia augurale.
Discorso diverso per gli auguri di Buon Anno, maggiormente concepibili, nonostante la loro palese inefficienza, un po' perché hanno un senso in termini ontologici, ovvero di speranze positive rispetto al ruolo che il destino avrà nelle vite dei protagonisti durante l'arco dell'anno a venire. Ma anche perché il ricevere quel tipo di augurio è semplicemente la testimonianza (vera o ipocritamente presunta) di qualcuno che spera che ti accadano delle cose positive.
Entrambi i casi però hanno qualcosa in comune, ovvero che l'augurio (sincero) trova la sua ragione d'essere più che altro dal rapporto tra il mittente e il destinatario degli auguri, ovvero dalla presenza di qualcuno che in qualche modo ti è vicino o ci tiene a te, al tuo bene e al fatto che tu sia (davvero) felice. Gli auguri sensati restano pertanto solo quelli alle/dalle persone che ottemperano a queste caratteristiche. Tutti gli altri sono solo figli illegittimi di buona educazione.
Per quanto mi riguarda, dunque, rispetto alla misura in cui tengo a voi, cari lettori, ovvero perché siete la ragione per cui questo blog prova ad esistere giorno dopo giorno, auguro a tutti voi di trascorrere le feste in serenità. Vi invito altresì a non illudervi che questo non dipenda affatto da voi.