Sono dieci e sono pochi. E sono tanti. È il tempo che abbiamo speso per raccontare di un’Italia diversa. Il tempo impiegato per mostrare a un pubblico distratto (cittadini disillusi), l’altra faccia di una medaglia di cui si evidenzia sempre e soltanto il lato oscuro. L’Associazione Comuni Virtuosi in fondo è servita e serve a questo. Afar cultura, dal basso, dando gambe e visibilità a progetti e storie altrimenti snobbati. Buone pratiche ambientali sperimentate con successo in giro per quell’Italia che non si rassegna a dare tutto per perso.
Mettendo insieme le azioni concrete dei nostri sindaci e delle comunità locali, ciò che si percepisce nitidamente è il senso di una possibilità altra. Un nuovo modello di sviluppo che mette al centro il benessere interno lordo, la sostenibilità dei luoghi e delle persone.
Per questo abbiamo scelto di dedicare al tempo, e alla lentezza, la festa che ci regaleremo in giugno nella splendida cornice della Reggia Ducale di Colorno (Parma), dal 12 al 14 giugno. Per rifondare un’idea diversa di comunità, come racconta il manifesto di questa iniziativa che vede coinvolte alcune tra le realtà nazionali maggiormente impegnate nella costruzione di un mondo nuovo (Slow Food, Banca Popolare Etica, Libera, Borghi Autentici d’Italia…).
Presto. È ciò che ci insegnano fin da piccoli. Bisogna fare presto. Correre. Muoversi. Accelerare. Il mondo non aspetta, non ha tempo. Cresciamo accumulando ritardi, mentre un senso di colpa latente ci avvolge con una patina quasi impercettibile. La tecnologia, se usata male, non aiuta. Semmai accelera l’affanno, perché moltiplica la nostra connessione con un presente ininterrotto che non ammette, appunto, ritardi. A meno che non la si usi come un mezzo per agevolarci le incombenze quotidiane della vita, per abbattere barriere fisiche e virtuali.
Perché altrimenti il rischio è quello di perdere tutto. Perdiamo il tempo, prima di tutto. Esattamente ciò che serve per agganciarci al traino di un’esistenza felice. Proviamo a pensarci: le relazioni, il godimento delle cose terrene, la contemplazione del mondo intorno a noi. Tutto, ma proprio tutto, richiede tempo, e il tempo concede calma, serenità. Sposta l’asse terrestre della bellezza e rende degno il gioco di esserci.
Sostiene Milan Kundera come ci sia “un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio”. Questo festival nasce dall’idea di restituire a noi stessi quel tempo sottratto a cui abbiamo rinunciato, un giorno alla volta. Per prenderci cura del nostro passato e immaginare con freschezza un futuro ancora tutto da scoprire.
Nessun compromesso, o scorciatoia. Nessun trucco. Vogliamo fare le cose con calma. Il logo di questo luogo sarà proprio la persona (niente lumache, formiche o tartarughe…), convinti che sia l’uomo per natura ad essere simbolo supremo di lentezza. Esploreremo terre nascoste come la terza età, le diversabilità. Ci accosteremo al cibo e alla terra, al paesaggio e all’agricoltura. Ci occuperemo di cultura come un bene comune. Di sostenibilità e decrescita. Di spiritualità. E della gioia che sfocia dal divertimento. Condiviso. Orizzontale. Democratico. E gratuito. Lo faremo utilizzando attrezzi forse un poco arrugginiti, ma non per questo meno utili o efficaci. Curiosità ed emozioni saranno i nostri mezzi di locomozione.Cammineremo il tempo, non ci faremo raggiungere dall’ottusa smania di arrivare non importa dove.
Musica, immagini, parole. Contaminazioni. E arriveremo infine, con un po’ di fortuna, dove dovremmo stare tutti quanti, insieme. Dentro di noi.
Sono previsti incontri, presentazioni di libri e dibattiti, con gli stand dei nostri ottanta comuni soci e il “Mercato della terra” di Slow Food. Vinicio Capossela, Ascanio Celestini, Massimo Bray, Marco Travaglio, Mario Tozzi, sono solo alcune delle personalità che ospiteremo al festival. Per saperne di più (programma, info logistiche, ecc.) ecco il sito ufficiale: www.lentezza.org.
di Marco Boschini da Comune-info
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comuni virtuosi festival lentezza sostenibilità 2015-03-28