“abbiamo avuto una siccità tale che gli alberi inseguivano i cani per farsi pisciare addosso” . Due rappresentanti argentini, venditori di elettrodomestici alle prese con le dure leggi del commercio, fusioni per divenire leader del mercato.. Carrera e Fracassi formano una coppia stranamente assortita (un perfetto macho insensibile e rampante, un inadatto alla vendita..) che ci apre la via ad un romanzo divertente e dalla straordinaria freschezza narrativa. Passeranno attraverso diversi sentimenti reciproci, per poi trovare insospettabili punti in comune grazie\a causa della inaspettata piega che gli eventi prenderanno. Del resto, così piena di fantasia puo’ essere la nostra esistenza!
(attenzioneperò: può anche succedere che, sopraffatti dalle risate, veniate ripresi da figli o altri familiari presenti sul luogo di lettura. a chi scrive è successo, deconcentrava la visione della tv…)
Carrera e Fracassi , Daniel Guebel, La Linea
Traduzione di Mariana Califano
Julio César Carrera e Carlos “Cacho” Fracassi sono due rappresentanti della stessa impresa di elettrodomestici che non potrebbero essere più diversi: tanto estroverso e volgare l’uno (qualità che gli valgono però ottime vendite), quanto timido e incapace l’altro. Questa incompatibilità caratteriale viene tuttavia smussata dalle rocambolesche vicende cui i due vanno incontro. E così, tra uno scambio di mogli, un viaggio nella poverissima provincia argentina e la perdita del lavoro, i due divengono la versione moderna di Don Chisciotte e Sancho Panza, in una lotta dei perdenti e dei mediocri che svela un’umanità irriducibile ai dettami economicisti della società odierna.
Un libro divertente e poetico, in cui il pubblico italiano saprà riconoscere una vena felliniana e neorealista. Un libro che fa da antidoto alla pesante cornice della crisi.
Visto che ci sono alcuni punti in comune, proponiamo anche la nostra recensione “d’epoca” di un altro testo, ambientato nell’Argentina piegata dalla crisi economica.
Un Paese in cui tutti si credono ricchi, per poi scoprire di aver vissuto molto oltre le proprie possibilità: è l’Argentina che sprofonda nella crisi economica (e magari può servire da spunto di riflessione), raccontata in maniera sublime e colma d’ironia da un autore da conoscere! Il crac ha portato i dipendenti pubblici ad una infernale girandola di trasferimenti, da un angolo dall’altro della nazione, e solo il caso porta gli sgangherati protagonisti del testo a ritrovarsi come colleghi in un desolato angolo di Patagonia. Un testo che fa sorridere a volte, ma più spesso pensare!
Raul Argemì,L’ultima carovana della Patagonia, La nuova frontiera
Nell’Argentina in piena crisi economica, in cui si susseguono misure estreme come la conversione peso-dollaro e la chiusura delle banche, Roque Pérez insieme ad altri impiegati statali, ex detenuti politici, arriva in una sperduta città della Patagonia per un nuovo incarico. Questi esilaranti e pittoreschi personaggi, che dovrebbero promuovere la costruzione di una nuova città nel bel mezzo di un deserto e, attraverso una mirata propaganda, convincere i pensionati giapponesi a investire nel fantasmagorico progetto, sono stati scelti in realtà per costituire un nuovo partito, secondo un piano non meno assurdo e grottesco. Un partito che salvi l’Argentina, rifacendosi agli ideali rivoluzionari di libertà e fraternità ma escludendo l’uguaglianza. Sedici anni dopo, Laura, la figlia di Roque, si mette alla ricerca del padre che non ha mai conosciuto, finché arriva nell’ospizio dove questi vive. Incalzato dalle domande di Laura, Roque inizia un racconto in cui la realtà si mescola all’immaginazione e i ricordi si affollano disordinati tra disincanto e tenerezza.
Raúl Argemí, nato a La Plata in Argentina nel 1946. Da giovane è stato attore, regista e autore teatrale. A poco più di vent’anni prende parte attivamente alla lotta contro la dittatura. Arrestato nel 1974 per la sua attività politica, passa in carcere dieci anni della sua vita. Una volta uscito inizia a scrivere e a collaborare con numerosi giornali fi no a diventare responsabile delle pagine culturali e direttore della rivista Claves. Nel 1997 pubblica il suo primo romanzo El Gordo, el Francés y el Ratón Pérez. Nel 1999 lascia l’Argentina e si trasferisce in Europa, a Barcellona. In Spagna si dedica alla scrittura a tempo pieno, pubblicando nel 2002 Los muertos pierden siempre los zapatos, a cui fanno seguito Penultimo nome di battaglia, vincitore del Premio Dashiell Hammett nel 2005 (La Nuova Frontiera, 2006) e Patagonia ciuf ciuf, vincitore del VII Premio Francisco García Pavón