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il nostro libro del cuore della settimana, Yasmina Reza, Felici i felici, ADELPHI

Creato il 05 novembre 2013 da Atlantidelibri

 

«Non c’è niente di più impenetrabile di una coppia. Non riesci a capirla una coppia, neanche quando ne fai parte»

 

Yasmina Reza, autrice e commediografa francese, ha fornito lo spunto con Il dio del massacro a Roman Polanski per il suo Carnage. Ora i lettori italiani possono gustarsi questo suo nuovo testo, che trabocca di quella scrittura sublime e feroce al tempo stesso tipica del libro precedente, davvero felice nel tratteggiare una caustica rappresentazione dei tipi umani che incrociamo quotidianamente. Lontana dal giudicare, nonostante il panorama umano non sia dei migliori, con poche parole e qualche frase consegna al lettore splendidi ritratti psicologici! Consigliatissimo!

 

Yasmina Reza,

Felici i felici,

Traduzione di Maurizia Balmelli,

ADELPHI

 

Risvolto

“Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell’amore. Felici i felici»: le due ultime «beatitudini» di Borges, che Yasmina Reza inscrive sulla soglia di questo romanzo, ci indicano la via per penetrare nel fitto intreccio delle vite che lo popolano. Perché la felicità – nell’a­more o nell’assenza di a­more, all’inter­no di una coppia o al di fuori di ogni legame – è un talento: e di tutti i personaggi che a turno consegnano al lettore confessioni a volte patetiche, a volte grottesche, a volte atrocemente comiche, si direbbe che quasi nessuno lo possegga. In un sottile gioco di echi, di risonanze, di contrappunti – tra amori inaciditi e rancori mai sopiti, illusioni spezzate e fughe nel delirio -, le voci che si avvicendano, quasi incalzandosi, tessono un ordito i cui fili (tenui in alcuni casi, in altri pesanti come catene) collegano molteplici destini, tutti segnati dall’impervia difficol­tà del­l’incontro con l’altro. Con una scrittura di chirurgica precisione, capace di muoversi tra i registri più vari, in un susseguirsi di scene in cui sempre lampeggia il genio della donna di teatro, Yasmina Reza è abilissima nel far affiorare, appena sotto la superficie smaltata delle apparenze, solitudine e violenza, disperazione e risentimento; e riesce a condurre la ronde dei suoi personaggi – mogli inquiete e mariti perplessi, amanti insoddisfatte e libertini mediocri, giovani in fuga dalla vita e vecchi abitati dalla morte – senza mai allontanarsi dalla lucidità intransigente di chi cerca di dire senza orpelli qualcosa che è.

 



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