"Il nostro Sic", Paolo Beltramo e Rossella e Paolo Simoncelli

Da Motociclistidatavola
Ho letto il libro “Il nostro Sic”. E' quello scritto dai genitori assieme a Paolo Beltramo. Un libro che gli appassionati di moto non possono non leggere e che credo debba essere vietato prestare. Non chiedetemelo, i soldi della vendita vanno all'associazione benefica, non ve lo presto. Il libro parla della breve vita di Marco Simoncelli e ne parla attraverso le voci di chi l'ha conosciuto. Divido il commento in due parti. Il libro è una creazione interessante, ben curato, ci sono foto a colori, tante, ci sono pagine di diario, racconti, dialoghi, possibilità di accedere a contenuti extra grazie ai QR Code. Insomma, è molto curato, ha del valore. Si vede che Beltramo è molto legato al Sic perchè ha fatto un lavoro di ricostruzione incredibile, recuperando tutte le persone la cui vita è stata segnata dall'amicizia o dalla conoscenza con Simoncelli. Quindi il libro è un prodotto notevole e interessante. Credo che la consapevolezza di aver un discreto successo ancor prima di scriverlo abbia dato la possibilità di sperimentare e spendere. Però è un prodotto evoluto, credo che sia una forma di editoria molto moderna. Veniamo invece ai contenuti. Se prendete in mano questo libro vuol dire che un po' il personaggio Sic vi affascina e vi avvicinate non con curiosità di scoprire chi era ma con la voglia di farlo vivere ancora un po'. Non so bene come descrivere i contenuti del libro. Diciamo che, eccezion fatta per i passi della Mamma e del Babbo, è un libro molto leggero e scanzonato. Sembra l'insieme di aneddoti su una persona che si raccolgono per una Laurea o per un addio al Celibato. Di quei racconti per mettere simpaticamente in imbarazzo una persona, dove c'è amicizia vera e bonaria, di quegli aneddoti che fotografano bene una persona nel momento della sua festa in cui si mettono in evidenza simpaticamente i difetti e si esaltano i pregi. La vita del Sic è stata così, un insieme di avventure e di emozioni. Un sacco di gente ha un sacco da raccontare, senza ipocrisie, senza dar vita ad un peana stucchevole e commovente. Si scherza di come era il Sic, coi suoi pregi e coi suoi difetti. Io capisco poco di moto ma ho sempre pensato che il Sic sarebbe diventato uno veramente forte, forse non come Biaggi e Rossi ma sicuramente avrebbe segnato il moto-mondiale non solo con la sua esuberanza, la sua testa di capelli. Io credo che l'incidente non ci abbia tolto un personaggio ed un campione, credo che ci abbai tolto un grande campione ed un personaggio. Poi magari sbaglio. Con la sua morte ha avuto molto risalto il personaggio, il ragazzo con dei valori, con una grande determinazione, di quelli che piacciono per forza. Credo che il quanto sia stato grande questo risalto non se lo aspettassero neppure i suoi genitori. Invece Sic, che ancora non aveva vinto quasi nulla, era già arrivato a tutti.
Ecco Simoncelli si è fatto voler bene, molti forse pensavano si fosse solo fatto notare e invece si è fatto voler bene. Ed è bello quando diventano miti personaggi così, puliti, con dei valori, che lottano con tenacia per ottenere quello che vogliono, che non han paura delle proprie responsabilità, che rispondono a testa alta per quello che fanno e non si nascondono.
Insomma, arriviamo in fondo: il libro merita di essere letto per vari motivi, in primis si fa beneficenza; poi si ha la possibilità di vedere un prodotto molto particolare, curato, ben fatto che è molto moderno; in ultimo perchè la storia del Sic è come lui, piena di divertimento, piena di tanta voglia di vivere e leggerla vi strapperà sorrisi e non lacrime. Aggiungo un ultimo motivo per cui il libro merita: il rapporto fra il Sic e suo padre.

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