Sinossi Meg è una scrittrice. O almeno questo è quello che gli piace pensare. Nella sua vita non ha fatto molto e quel poco che ha deve gestirlo cercando di far quadrare tutto. Non si è mai interrogata sul senso della vita, sul significato dell'universo e di cosa comporti viverci, ma un giorno, grazie ad un libro di pseudosceinza, inizia a comprendere che le sue idee forse non sono così esatte come aveva sempre creduto… E così, fra psicologia e tarocchi, teoremi di fisica e antiche leggende, assistiamo al suo lento ma inesorabile viaggio alla scoperta di se, del mondo che la circonda e, perché no, anche del suo futuro.
Impressioni La Thomas mi accontenta ogni volta, pur spiazzandomi sempre. I suoi libri ad un primo impatto sembrano una cosa, ma alla fine si tramutano in qualcosa di completamente diverso e molto più profondo di quanto non avessi creduto in partenza. E questo romanzo non tradisce le aspettative…
Una storia senza storia, un concetto che percorre tutto il romanzo e che, in realtà, è il vero paradigma di questa storia. Basata su un personaggio comune, senza particolari doti o abilità, sembra volerci raccontare svariate cose ma lo fa da un punto di vista prettamente realistico. Nessun colpo di scena, nessuna rivelazione trascendentale che minimizza tutto il resto in favore di un exploit da fuochi d'artificio. No, questa è la storia di una donna, una parte della sua storia, che inizia in un qualsiasi momento e termina in un altrettanto qualsiasi istante. Fra cambiamenti, scelte e decisioni, assistiamo a come Meg cerca di fare suo un concetto in verità troppo complicato e di come, fra alti e bassi, tenti di risolvere alcuni dei problemi che affliggono la sua vita. Leggende, mitologie, cosmologie antiche e libri di self help, sono tutti pretesti per mostrarci un trancio di vita vera, una storia che però non lo è e non lo vuole essere.
Il linguaggio è come al solito semplice ma funzionale. Uno stile diretto che, ormai non ho dubbi, è un costante marchio di fabbrica della Thomas. Lontano anni luce da quel capolavoro che è Che fine ha fatto Mister Y, ne ricalca le tematiche, riprendendole però da un'ottica completamente diversa, ribaltandone i concetti e stravolgendone i fini. Siamo di fronte ad una pericolosa escursione nella psiche di una persona, talmente vera da sembrare una di noi, una donna che potremmo incontrare anche oggi, magari proprio mentre facciamo la spesa. Il suo ossessivo e inconcludente tentativo di scrivere quel romanzo, la storia che le cambierà la vita, mi ha ricordato molto di quanto vedo tutti i giorni, quel vano convincersi che là dietro, magari proprio vicino a noi, si nasconda il segno del nostro successo. Ma come Meg scoprirà, non è importante il fine ultimo, ma il viaggio che si compie per raggiungerlo. Anche se quel fine non lo vedremo mai… Perché avremo i ricordi, le persone incontrate e le esperienze maturate lungo il cammino. E questo è importante, più di qualsiasi successo o traguardo.
Insomma, non dico che sia un libro facile ne che cambierà la vita di chi voglia leggerlo, ma merita ben più di un'occhiata. Saper leggere fra le righe di questo romanzo apre gli occhi su una realtà che è anche nostra, su un mondo, quello in cui viviamo, che non aspetta altro che facciamo una scelta. E, giusta o sbagliata che sarà, quella scelta farà di noi degli esseri unici. E ci porterà più vicino a capire questo nostro tragico universo...