il pacco anonimo

Da Marlenetrn

L’altro giorno quando sono uscita, sfidando il mal tempo e la sorte oltre a prendere aria dovevo sbrigare delle commissioni, una su tutte comprare il vestito alla rana per il matrimonio di sabato. Mai come stavolta ho girato decine di negozi senza decidermi. Troppo sportivo, troppo elegante, troppo pomposo, troppo leggero, troppo pesante, troppo costoso, troppo chiaro, troppo scuro, a volte rimpiango di non avere un maschietto, camicia, e pantalone, e via. La vasta scelta che c’è per le femminucce mette in crisi. Insomma a meno tre, dal giorno dei festeggiamenti ancora niente, con l’intento però di riuscire nell’impresa entro giovedì.

Poi ieri mattina suona il campanello. Il postino. Un pacco da ritirare.

Che faccio, lo ritiro o non lo ritiro? Non aspettavo pacchi. E se poi e una di quelle cose che prima te le mandano e dopo le devi pagare? Come per i libri dell’Euroclub che mi perseguitano da decenni. Di grazia signor. postino non è che c’è il mittente su sto pacco? No. Anonimo. Allora non lo prendo. Mica rischio, io. Però sono curiosa. E se è una bomba. Che faccio rischio? E rischiamo dai, del resto si vive una sola volta, non posso mica rimanere con dubbio di sapere cosa si cela in questo incartato. Signora lo vuole o no sto pacco? Ok, Mi dia sto pacco e vada pure. Ci sarebbe da firmare. Giusto, la firma. Firmo e ritorno in casa.

E una scatola stretta e lunga, non troppo stretta, però più stretta che lunga. Comincio a stappare il misto di carta pacchi e nastro da imballaggio in preda alla curiosità che mi divora. Magari è un ammiratore segreto. Magari è una sorpresa del socio. Magari è qualcosa che mi sono scordata. Magari.Emerge una scatola bianca e sopra scritto BAGUTTA (?). Una camicia? Chi mi spedisce una camicia a me, e perché proprio una camicia, di sicuro qualcuno che non mi conosce, nel mio armadio non sopravvivono le camicie.

Apro e tra la carta valina bianca, spunta fuori del rosso, dei fiorellini, una stoffa tipo taffetà, poi del velo e dei nastrini, tutto rosso rosso. Rosso fuoco. (ma va di nuovo di moda il rosso?) Tiro fuori e, NO, non è per me. È certamente troppo piccolo per essere per me. Sono troppo alta per poterlo mettere e anche troppo in carne, ma anche troppo tutto. A dispetto della scatola, non è una camicia, è un vestito. Un vestito che sarebbe perfetto per una duenne, infatti il cartellino parla chiaro. 2anni.

Bene. Ora. Tu che mi hai spedito un bellissimo vestito per la rana a ridosso di un matrimonio (lo sapevi?), tu che lo hai confezionato in una scatola per camicie, tu che non hai indicato il mittente, tu che hai specificato un destinatario diverso da quello effettivo, alimentando attese ed aspettative poi sistematicamente infrante, tu che hai infilato dentro un bigliettino con su scritto “spero risponda ai tuoi gusti” (forse perchè avevi letto questo) tu animo nobile e gentile, prima che spiri anche l’ultimo dei neuroni rimasto attivi nel mio cervello che da ieri si arrovella sullo stesso interrogativo, per grazia, chi sei?

Song: PAT METHENY GROUP - Last Train Home


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