Il paese dei tifosi - Il Reality di Berlusconi

Creato il 23 aprile 2011 da Jitsumu

Ieri mattina alla fermata dell'autobus ho assisitito ad una accesa disputa sulle ragioni politiche dei due grandi gruppi ultras dell' Italia: i Berlusconiani e gli Antiberlusconiani. Un arzillo vecchietto sbraitava contro il Presidente del Consiglio adducendo in modo confusionario e vivace  motivazioni comunque tutte ampiamente condivisibili: "Pensa solo alle puttane! Ora se n'è uscito che si faceva la segretaria sulla scrivania, vi rendete conto! Pensa solo ai suoi processi! Non è riuscito a risolvere un problema che sia uno per questo paese!", quando, tra i numerosi avventori che annuivano con espressione rassegnata, un uomo sulla quarantina stile Mel Gibson nel primo "Arma Letale" (compreso taglio di capelli scalati, oggi à la page quanto il cappello a cilindro) si erge dalla folla e, togliendosi gli occhiali da sole, con spavalderia replica "prima di Berlusconi mangiavano in cinquanta!! Ora che mangia solo lui vi brucia il mazzo eh?!!"Commosso dalla profondità delle argomentazioni addotte da Mel nel replicare, il mio interesse per la disputa dialettica si fa concreto e assisto anch'io allo sviluppo del dibattito. Che è continuato tutto su questa falsariga. Era come veder parlare due tifosi di calcio; tifosi senza un briciolo di sportività sia chiaro, come purtroppo sono nove volte su dieci in Italia: "avete vinto per un rigore inesistente! Ladri!" "e allora? Fòttiti abbiamo vinto e questo è l'importante!" Questo fondamentalmente siamo sempre stati. Tifosi. E non cittadini consapevoli all'interno di una democrazia matura, nella quale si vedono i risultati di una parte politica e la si premia o la si punisce col voto. Berlusconi lo ha capito bene e, da buon uomo di televisione, ci ha fatto tutti diventare telespettatori del reality che si è confezionato su misura per lui. Ogni sua mossa non è mai casuale. In questi giorni sento dire che sta sbroccando di brutto e accusa in modo grave tutte le categorie umane pensabili solo perchè sente il pericolo della fine. Ma non è per questo. Ogni sua mossa non è mai casuale. Possibile che la campagna elettorale del Pdl a Milano debba essere incentrata solo sulla Procura della Repubblica piena di giudici brigatisti (?!) invece di parlare concretamente alla gente di come si intende affrontare i problemi che attanagliano fasce sempre più vaste della popolazione? Il caso Lassini cosi come lo vediamo svilupparsi non ha niente di estemporaneo. Berlusconi, col suo atteggiamento prima ambiguo nel prendere le distanze e poi apertamente solidale col candidato attacchino, ha avuto la capacità di radicalizzare lo scontro elettorale del capoluogo lombardo scavalcando completamente (come al solito) gli argomenti politici. E' il solito "o con me o con i comunisti!". E infatti l'elettorato ci casca in pieno. La stragrande maggioranza delle persone ha ormai modellato sui canoni televisivi il proprio modo di formarsi un  giudizio, e questo fa sì che nel modo di condurre la politica si premi la ferocia e non i contenuti, l'autocelebrazione e non la proposta politica concreta. Berlusconi è il personaggio televisivo di un reality che i telespettatori non mandano a casa per continuare a vederlo litigare con gli altri partecipanti al gioco. Finchè l'agone politico resta in quest' alveo, allora il Premier si fa forte di saper essere il più bravo tra i concorrenti (che, oltre a Di Pietro e Vendola, non sanno accattivare gli spettatori). Ma sul terreno dei contenuti Berlusconi vacilla. Non sono mai stati il suo forte. E il referendum  sul legittimo impedimento lo rende nervoso. Così tenta in tutti i modi di mettere in stand by i quesiti sul nucleare e sull'acqua, sapendo che cose così delicate e importanti farebbero accorrere tanti elettori ai seggi, facendo raggiungere il quorum che renda valido il risultato della consultazione. I referendum probabilmente si faranno lo stesso poichè il governo dovrebbe attuare, con le norme che intende proporre, lo stesso effetto che con i referendum si avrebbe, e cioè cancellare per intero le leggi in questione. Quindi è fondamentale, nonostante si leggerà di continuo in queste settimane dei passi indietro del Governo su nucleare e acqua privatizzata, andare a votare per dire si all'abrogazione delle leggi sul nucleare e sull'acqua privatizzata.Io avrei paura di affidare la costruzione di centrali nucleari e di dare in mano a privati la gestione delle reti idriche in un paese dove c'è questa classe politica. In un paese che non riesce a trovare la soluzione per smaltire i rifiuti di una citta di medie dimensioni (Napoli non è certo Parigi), in un paese dove non si può costruire un infrastruttura senza che si infiltrino Mafia e camorra. Al di là di essere più o meno liberisti, qui il problema è a monte. E' in una classe politica che da troppi anni non viene premiata o punita dagli elettori in base ai risultati che ottiene. E che per questo si sente in diritto di fare tutto quello che vuole.
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