“Ciscaless, au pays de Ciscaless”.
La nostra convinzione della sua esistenza era tale che non ci voleva molto per disegnarlo con la mano, lì, un po’ sopra l’orizzonte. Il paese di Ciscaless prendeva corpo, consistenza, si materializzava intorno a noi. Non avevamo più le ginocchia sbucciate, non ci mancava più un dente davanti e la pezza al culo diventava invisibile. La canzone finiva quando l’avevamo cantata tre o quattro volte, ma il mondo che aveva creato non si dissolveva improvvisamente. Si rimpiccioliva piano piano, e un po’come quando hai guardato il sole, persisteva nella memoria, continuava a scaldarti il cuore. Vai col basso...
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Aignu finess, aignu faless
Aignu Ciscaien »
Dimenticavo: la canzone era “Venus” dei Shocking Blue, 1970.