Il sud est marocchino è carico di meraviglie naturali che formano un grande potenziale turistico e degli atouts formidabili non ancora conosciuti al grande pubblico e ancor meno messi in risalto e sponsorizzati per uno sviluppo duraturo e un turismo solidale. Il caso della Palmeraie del Draâ è rivelatrice di tutto questo. Questo palmeto è il più grande al mondo con i suoi 220 km di lunghezza, partendo da Agdz sino a raggiungere M’Hamid Lghizlane; 18 km di larghezza on oltre 1.500.000 palme da datteri. Questa zona è abitata dalla popolazione locale che forma il 60% della popolazione della provincia di Zagora che vive praticando l’agricoltura, l’allevamento di bestiame e l’artigianato. Una parentesi critica si impone; la palmeraie di Elche (a Valencia in Spagna) è la più grande palmeraie d’Europa, si trova in pieno centro città ed è composta da 200.000 palme. Ebbene, questo palmeto è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’Umanità nel 2000. La consorella del Draâ con i suoi records naturali è ignorata dai marocchini, dai responsabili marocchini (agricoltura e turismo) e sconosciuta dalle istanze internazionali competenti in merito. Una buona iniziativa di informazione è in corso a Zagora, grazie all’implicazione di Lahcen Aghejdam, governatore della provincia, che ha richiesto ai suoi servizi interni di confezionare dei cartelli segnaletici, a lato della piattaforma di Tarnata che offre una vista panoramica incredibile sulla palmeraie (una piccola goccia nel mare). Arrivando poi dall’ingresso principale di Zagora è impossibile non fermarsi davanti alla stupefacente bellezza del paesaggio di questa gigantesca oasi vissuta quotidianamente dai suoi abitanti, resi invisibili dalla vegetazione lussureggiante. L’iscrizione della palmeraie del Draâ come patrimonio dell’Umanità è una necessità per la sua valorizzazione, conservazione, protezione e per uno sviluppo intelligente e duraturo di questa meravigliosa entità naturale del sud est sahariano. Tutta la regione, per le sue diversità naturali (montagne, piane, oasi e deserto), per la ricchezza e l’originalità del suo patrimonio culturale, è senza dubbio un polo di attrazione turistica unico in tutto il Marocco. Le oasi formano un attrazione turistica affascinante (sfortunatamente ancora poco valorizzate né sviluppate come si dovrebbe), e costituiscono un sistema ecologico eccezionale in questi luoghi desertici; bolle di ossigeno dove gravitano le popolazioni locali sempre presenti nei lavori quotidiani, con ardore e ingeniosità. Sono sei i palmeti che formano la gigantesca palmeraie del Draâ; la prima quella di Mezguita (34 km), poi la palmeraie di Tinzouline, segue Tarnata a Zagora con 5.858 ettari per 8 km di larghezza, ancora il palmeto di Fazwata, quello di Ktaoua (il più grande con 7.770 ettari) e infine la palmeraie di H’Hamid, che annuncia un deserto altrettanto eccezionale con le sue dune di sabbia, quelle dell’Erg Chegaga, le più lunghe del Marocco, con 120 km di lunghezza e 20 km di larghezza; un altro enorme patrimonio naturale, sfortunatamente ancora poco conosciuto, ignorato dai responsabili nazionali del turismo. E’ giunto il tempo di decidere una buona strategia di valorizzazione di questo territorio che deve implicare incontestabilmente le popolazioni locali, per una utilizzazione e una conservazione di questo patrimonio inestimabile ottimale, che dovrà inserirsi in un vero sviluppo duraturo grazie ad una gestione seria e a profitto delle popolazioni, permettendo uno sviluppo sociale, economico e culturale meritano. Lo sviluppo di un turismo equo e solidale è una delle soluzioni più appropriate, in quanto queste popolazione meritano rispetto e solidarietà, e tutti gli sforzi necessari perchè il loro stile di vita venga preservato, tutelato e sviluppato in modo corretto e sano saranno ben accolti.
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