Quanta meravigliosa pioggia scende intorno a noi, dentro di noi, da noi. Amen.Piove incessantemente da giorni, piove sulle tamerici salmastre ed arse. Piove sui tetti di Eupilio, la mia prigione, piove sui nostri vestimenti non più così leggieri. Piove sui procioni in amore, sugli aironi cenerini, su la favola bella che ieri mi illuse e che oggi m'illude ancor di più.Piove e mi ritaglio lo stesso i miei momenti di natura mistica-tantrica-esoterica-collegiale-apollinea. Mettiamoci quanti più aggettivi possibili. E' proprio riempire la vita di aggettivi così estetizzanti che la rende uno schifo. Mi sono messa nel prato, come da folgore illuminata sulle pratora di San Rossore, e ho osservato tutto questo verde rigoglioso, prorompente, tutto intorno e ho pensato a quando avevo cinque anni ed ero una cleptomane, rubavo tutte le borsette dai negozi mettendomele addosso e uscendo indisturbata, a quando a sedici sono andata in Irlanda ed eravamo in quel prato pieno di croci celtiche e sembrava tutto così intriso di magia e mistero, tipo Harry Potter. C'era una croce, posta in un punto particolare , con un foro al centro, che il sole andava sempre a illuminare nell'ora in cui si trovava nel punto più alto del cielo.E così mi sentivo io, illuminata e benedetta da quei pochi raggi che avevano avuto l'ardire di comparire in mezzo al trionfo della pioggia. Così illuminata su quel prato umido che ora non posso più costruire la mia vita su tutta questa fitta rete di metafore poetiche che naturalmente mi accade di applicare anche nella comune esistenza. Iperbati, iperbati ovunque. Sentimenti messi in disordine, costruiti ad hoc, prima l'aggettivo e poi il nome, un nome che non esiste, che fa sentire il suo eco, ma che non esiste. Per dare maggiore espressività, no, solo per dare maggiore inconsistenza. Non c'è bisogno di coltello e pistola per ferire, basta lo sconfinato potere dell'iperbato. E i Beatles in sottofondo, le loro quattro vocine in coro che mi giungevano dalla porta socchiusa: "It's getting better, it's getting better since you've been mine". Beati loro, anche se adesso sono quasi tutti sepolti. Non ho idea di quanto durerà questo stato di grazie, non ho idea come finirà, ma l'importante è acquisire la licenza poetica. PROZAC BABY, TO SOLVE YOUR FUCKING PROBLEMS.
Quanta meravigliosa pioggia scende intorno a noi, dentro di noi, da noi. Amen.Piove incessantemente da giorni, piove sulle tamerici salmastre ed arse. Piove sui tetti di Eupilio, la mia prigione, piove sui nostri vestimenti non più così leggieri. Piove sui procioni in amore, sugli aironi cenerini, su la favola bella che ieri mi illuse e che oggi m'illude ancor di più.Piove e mi ritaglio lo stesso i miei momenti di natura mistica-tantrica-esoterica-collegiale-apollinea. Mettiamoci quanti più aggettivi possibili. E' proprio riempire la vita di aggettivi così estetizzanti che la rende uno schifo. Mi sono messa nel prato, come da folgore illuminata sulle pratora di San Rossore, e ho osservato tutto questo verde rigoglioso, prorompente, tutto intorno e ho pensato a quando avevo cinque anni ed ero una cleptomane, rubavo tutte le borsette dai negozi mettendomele addosso e uscendo indisturbata, a quando a sedici sono andata in Irlanda ed eravamo in quel prato pieno di croci celtiche e sembrava tutto così intriso di magia e mistero, tipo Harry Potter. C'era una croce, posta in un punto particolare , con un foro al centro, che il sole andava sempre a illuminare nell'ora in cui si trovava nel punto più alto del cielo.E così mi sentivo io, illuminata e benedetta da quei pochi raggi che avevano avuto l'ardire di comparire in mezzo al trionfo della pioggia. Così illuminata su quel prato umido che ora non posso più costruire la mia vita su tutta questa fitta rete di metafore poetiche che naturalmente mi accade di applicare anche nella comune esistenza. Iperbati, iperbati ovunque. Sentimenti messi in disordine, costruiti ad hoc, prima l'aggettivo e poi il nome, un nome che non esiste, che fa sentire il suo eco, ma che non esiste. Per dare maggiore espressività, no, solo per dare maggiore inconsistenza. Non c'è bisogno di coltello e pistola per ferire, basta lo sconfinato potere dell'iperbato. E i Beatles in sottofondo, le loro quattro vocine in coro che mi giungevano dalla porta socchiusa: "It's getting better, it's getting better since you've been mine". Beati loro, anche se adesso sono quasi tutti sepolti. Non ho idea di quanto durerà questo stato di grazie, non ho idea come finirà, ma l'importante è acquisire la licenza poetica. PROZAC BABY, TO SOLVE YOUR FUCKING PROBLEMS.
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