Il paradiso che non conoscevo

Da Eatitmilano @Eatitmilano

Le notizie brutte sono quelle che vendono di più, c’è poco da fare. L’ho imparato sulla mia pelle in questi anni di lavoro, tra cronaca e non solo. Un conto, però, è il giornalismo, il mio lavoro di tutti i giorni, un altro è la passione per il cibo. Lontana dalle logiche di mercato qui posso permettermi di scrivere quello che voglio. E in questo caso, controcorrente, voglio raccontarvi di qualche bella storia che ho sentito narrare in Piemonte, a un’ora e mezza di auto da casa mia, che abito nella provincia milanese.

Avete mai sentito parlare di cooperative? Immagino di sì. Se vi dico cooperative cosa vi viene in mente? A me questo concetto non era esattamente chiaro. E soprattutto, non so perché, qualcuno mi aveva inconsciamente inculcato nel cervello che le cooperative non erano una buona cosa… Con una gita istruttiva con Qui da noi, il gruppo che tutela tutte le cooperative agricole, invece, ho imparato che ci sono alcuni progetti degni di essere raccontati, che nascono dal sudore della fronte e anche da situazioni difficili. E che non solo riescono. Riescono anche piuttosto bene.

Il mio viaggio è iniziato proprio dalla sede Qui da noi di Torino dove c’è un bar, molto carino, ben arredato, e con tanti prodotti buoni, che è proprio una piccola meraviglia in mezzo alla diroccata profonda periferia torinese. Cosa rende speciale questo posto? Il fatto che è nato dagli sforzi di chi ha deciso, qualche anno fa, di darsi da fare per recuperare ragazzi con famiglie in difficoltà, con disturbi del comportamento o persone, anche adulte, affette da gravi problemi depressivi. Grazie a loro è nato questo locale (e non è l’unico di Torino) che ha una doppia forza: quella di dare una speranza a chi ci lavora e quella di dare al cliente un servizio molto professionale (i ragazzi vengono tutti fatti studiare e escono da scuole specializzate). Oltretutto, si servono quasi esclusivamente di prodotti locali: un’ulteriore forza e una grande garanzia di qualità. Abbiamo pranzato da loro con un bel buffet, con il quale hanno voluto farci vedere che non hanno nulla da invidiare alle grandi aziende di catering.

Dal cafè Qui da Noi ci siamo spostati in un’altra realtà d’eccellenza: parlo di Spes, (Via Saorgio 139/B – 10147 Torino , Tel.: +39 011 2162293) cioccolateria che sta letteralmente facendo perdere la testa ai torinesi e non solo. I loro cioccolatini sono qualcosa di sublime, i gianduiotti manco a parlarne (anche se secondo me non c’è nulla di più buono al mondo dei loro cremini, da far girare la testa!). Visto il localino, curato nei minimi dettagli e molto ordinato, nessuno direbbe che anche dietro a questa attività si nasconde la voglia di rinascere di altre persone che hanno avuto un passato difficile e un fortissimo attaccamento al territorio.

I diffidenti delle cooperative diranno “beh, finché sono realtà piccole…”, niente di più sbagliato. Perché dopo Spes ci siamo diretti in un luogo che è l’emblema di come ua cooperativa abbia tutte le potenzialità per funzionare. E dare grandissimi risultati. Stiamo parlando della cantina Clavesana, (Frazione Madonna della Neve, 19 -12060, Clavesana(CN) Tel.: 0173 790451) prima produttrice mondiale di Dolcetto (rinominato Dogliani) che conta più di 300 soci affiliati. Qui non solo ho avuto l’opportunità di vedere come nasce il vino, dall’uva all’imbottigliamento, e di sgambettare tra le vigne, ma ho anche conosciuto persone che hanno fatto di una passione  una professione, e che in nessun giorno della loro vita hanno mai dimenticato cosa significa lavorare con amore. Parlo di Giovanni Bracco, presidente di Clavesana, e di Anna Bracco, vicepresidente appassionata che gira il mondo per far conoscere il suo vino. Con loro sono andata in vigna e lì abbiamo fatto tutti insieme un aperitivo fantastico tra le risate, sano e genuino, a base di vino, formaggio, acciughe al verde, grissini e fragole. Una delle esperienze più belle della mia vita culinaria, che sa di genuinità.

Poi formaggio. Amore e odio. Al caseificio Valle Elvo (Via Opifici 22 – 13898, Occhieppo Superiore (BI) Tel.: 015 2595234) ho potuto vedere le fasi di lavorazione delle famose tome piemontesi e me ne sono letteralmente innamorata, perché il gusto dei formaggi Valle Elvo è qualcosa di meraviglioso. Ammetto, però, che, una volta spostati al caseificio Botalla (via Ramella Germanin, 5 – 13900 Biella – Tel.: 015 28163), dove stagionano anche i formaggi Valle Elvo, non sono riuscita a reggere l’odore fortissimo dei formaggi in stagionatura… Amo i formaggi ma, no, direi che la produttrice di toma non sarà mai il mio mestiere. Mi limiterò a mangiarli con soddisfazione

Infine, ultima tappa di questo meraviglioso viaggio, il ristorante Cà d’Andrei, una perla ai piedi del Monte Cucco (Code di Sagliano Micca, Biella. Tel. 015.2475013, apre solo su prenotazione!). Qui si cucina tutto con i prodotti fatti direttamente dai gestori o, se non li producono loro, con i prodotti del consorzio. In questo caso, no, non starò a dire ancora quanto sia importante mettere in risalto i prodotti della propria terra di appartenenza, perché se è vero è altrettanto vero che ve l’ho continuato a dire fino ad ora. Nel caso di Cà d’Andrei mi limiterò a consigliarvelo caldamente perché l’ho trovato un posto davvero eccezionale, dove i piatti, seppur semplici, hanno un sapore unico. I formaggi sono quelli prodotti da loro, le ortiche per condire la pasta sono quelle che si trovano nei boschi, la frittura mista è fatta con la salvia, il sambuco, le rose e la lavanda che loro stessi fanno crescere sulla loro terra. I piatti degli chef stellati sono senza dubbio straordinari ma per me, che sento da sempre un legame forte con la terra, tutto ciò è semplicemente straordinario.

Una menzione speciale e di cuore (e qui mi trasformo per un attimo in una travel blogger), va all’agriturismo Turina (Strada Tagliarea 16 – 10060, Bricherasio (TO) Tel.: 0121.59257), che ci ha ospitati per una notte. I suoi appartamenti sono bellissimi e, cosa che mi ha felicemente colpita, di una pulizia incredibile. Svegliarsi la mattina con davanti una piantagione enorme di kiwi, poi, è qualcosa di straordinario. Sulla tavola della colazione i kiwi da loro coltivate e tante buonissime crostate preparate dai gestori. Un’altra piccola realtà che mi ha aperto gli occhi su un Piemonte veramente tutto da scoprire


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :