La vita multiforme ci sfugge nonostante i nostri tentativi di ingabbiarla nelle regole e nei nostri giudizi. E tanto più si è scienziati veri, tanto meglio e più profondamente si giunge alla conclusione di non poter giudicare, mai.
La realtà produce paradossi che paradossalmente nessuna realtà può spiegare.
Il paradosso di cronaca di oggi è un sindaco di una cittadina ricca di arte e storia e decorata per l'attività antifascista, Sulmona, che da medico sostiene l'aberrazione delle tendenze omosessuali.
Questa è la differenza tra scienza e pregiudizio: la scienza parte dalle regole per arrivare alla vita, il pregiudizio, invece, fa il viceversa. Per il primo percorso ci vuole qualcosa che somigli all'amore e che nel caso di Escher si può universalmente definire arte, mentre nel caso del politicante abruzzese l'unica categoria evocabile è quell'assurdo senz'anima che non ha altre possibili definizioni.
Chissà che cosa penserebbe Escher della sua amata Italia ridotta all'assurdo senz'anima, lui che è propugnatore dell'anima del paradossale. Forse la vedrebbe labirintica e disorientata come in certi suoi dipinti. O forse, amaramente, foscamente e paradossalmente, un dipinto per dipingerci non è possibile.