Diventare parcheggiatori “abusivi” a Zurigo? Si può, se l'etica calvinista non rappresenta un ostacolo alla disinvolta iniziativa privata. Silenziata la coscienza, il pragmatismo necessita in primis di un posto auto “privato”, quelli identificabili dalle strisce gialle per intenderci, e poi dell'adesione a Park it o a Parku per poterlo agevolmente subaffittare. La tariffa oraria la decide il “proprietario” in base all'attrattiva del luogo, mentre chi sta dietro le due Apps riceve una percentuale sull'incasso. L'automobilista, constatata la disponibilità del momento, può individuare immediatamente dove dirigersi, senza girare per ore alla ricerca di un posto libero, che a Zurigo non è mai gratis, o spendere una fortuna per parcheggiare in un silos. Secondo una ricerca pubblicata da vari giornali, sarebbero attualmente 500 i posti auto che in città vengono offerti attraverso uno smartphone. Un'inezia rispetto ai 200.000 che l'amministrazione comunale ha dato in concessione a privati per scopi residenziali, lavorativi o commerciali. Ma sufficienti per insospettire la giunta rosso-verde che ha incaricato il Tiefbau- und Entsorgungsdepartement (il dipartimento d'ingegneria civile e dei rifiuti che si occupa anche della mobilità) d'indagare su questa intraprendente quanto audace attività commerciale che violerebbe la legge che vieta l'affitto di un parcheggio soggetto ad autorizzazione a parti terze. Una partita che si gioca anche sul fronte ambientale con uno sguardo calcolatore alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale della prossima primavera. Due le scuole di pensiero contrapposte: inquinano di più 500 nuove auto che arrivano in centro sicure di parcheggiare o 500 nuove auto che girano a vuoto alla ricerca di un parcheggio?
42-2013