Il Parlamento europeo, durante una recente sessione plenaria a Strasburgo, ha ribadito il suo no alla pratica dell’utero in affitto, poiché “mina la dignità delle donne”.
Nel giorno del voto della relazione sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2014 e la politica dell’Unione europea, preparata dal popolare rumeno Cristian Dan Preda, è stato votato dal Parlamento UE un emendamento in cui si conferma il no alla pratica della maternità surrogata. I vertici del partito socialista europeo avevano chiesto di votare contro l’emendamento, ma il gruppo si è trovato su posizioni divergenti e buona parte dei parlamentari europei del Pd hanno votato a favore, consentendo a popolari e conservatori di arrivare all’approvazione.
All’interno del capitolo dell’emendamento dedicato ai diritti di donne e ragazze, si legge che la pratica dell’ utero in affitto “mina la dignità umana della donna, per il fatto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive vengono utilizzate come una merce”.
Inoltre, la relazione, sempre nel paragrafo 114, ne parla come di una pratica di sfruttamento che riguarda soprattutto le donne che si trovano in condizioni economiche svantaggiate (molte vivono nei Paesi in via di sviluppo) e sono quindi obbligate a mercificare il proprio corpo e trarne reddito. Si sostiene poi che “la pratica della maternità surrogata dovrebbe essere per questo, vietata e trattata come una questione urgente dagli strumenti per i diritti umani”.
Già nel 2011 il partito popolare europeo aveva fatto approvare un emendamento sulla maternità surrogata, sempre nell’ambito del rapporto annuale sui diritti umani nel mondo; nel testo però non si parlava esplicitamente di condanne.
Fonte: “Il Giornale”