Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, al potere dal 2002, ha ottenuto nuovamente la maggioranza assoluta al parlamento turco nelle elezioni parlamentari che si sono tenute domenica primo novembre 2015.
Erdogan ha chiesto al mondo di rispettare il risultato del voto. “Il mondo intero deve mostrare rispetto. Finora non ho visto un comportamento molto maturo in questo senso”, ha detto il capo di stato.
L’Akp di Erdogan ha ottenuto oltre il 49 per cento dei consensi, quasi il doppio rispetto al partito che è arrivato secondo.
Con questa vittoria, il capo di stato turco ha nuovamente affermato il suo potere dopo che, alle elezioni di giugno 2015, aveva perso la maggioranza assoluta per la prima volta dopo 13 anni.
Le elezioni parlamentari di cinque mesi fa non assegnarono la maggioranza a nessun partito e il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, che fa parte dello stesso partito di Erdogan, non riuscì a formare una coalizione di governo. Per questo, si è votato nuovamente ieri, primo novembre.
Il secondo principale partito turco, il Partito repubblicano del popolo (Chp), ha ottenuto circa il 25 per cento dei voti. Anche il Partito democratico del popolo (Hdp) filo-curdo, che ha raggiunto il 10 per cento dei consensi, è riuscito a fare il suo ingresso in parlamento.
Secondo quanto riportato dai media locali, l’affluenza alle urne è stata alta, intorno circa all’85 per cento, su un totale di 54 milioni di cittadini aventi diritto al voto.
Con la quasi totalità delle schede ufficialmente scrutinata, il partito di Erdogan dovrebbe aver ottenuto circa 325 seggi, ben oltre i 276 necessari per formare un governo autonomamente senza dover ricorrere a coalizioni con altri partiti.
La Grande assemblea nazionale, ovvero il parlamento turco formato da un'unica camera, è composta da 550 deputati eletti ogni quattro anni con un sistema proporzionale.
Tuttavia, l’Akp non avrebbe raggiunto i deputati necessari in parlamento per indire un referendum volto a modificare la Costituzione, con il quale Erdogan avrebbe voluto ottenere maggiori poteri e trasformare la Turchia da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale.
I risultati ufficiali si sapranno tra 11-12 giorni.
Intanto qui c'è uno schema indicativo
• Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) di Erdogan ha vinto con oltre il 49 per cento dei voti. Potrà formare un governo senza dover ricorrere a una coalizione.
• Il Partito repubblicano del popolo (Chp) di Kilicdaroglu - lo sfidante principale del partito di Erdogan - è arrivato secondo con circa il 25 per cento dei consensi.
• Il Partito del movimento nazionalista (Mhp) di Bahceli ha ottenuto circa il 12 per cento dei consensi.
• Il Partito democratico del popolo (Hdp) di Demirtas ha ottenuto il 10 per cento dei voti, raggiungendo la soglia necessaria per entrare in parlamento, anche se in leggero calo rispetto alle ultime elezioni (-3 per cento).
Quanti seggi avrà ciascun partito con questi risultati (su 550 deputati complessivamente al parlamento)
- Akp: 325 seggi
- Chp: 134 seggi
- Mhp: 39 seggi
- Hdp: 52 seggi
Nella giornata del voto si sono registrate violenze nella città turca di Diyarbakir, nel sudest del Paese, dove manifestanti del partito filo-curdo si sono duramente scontrati con la polizia. Secondo la ricostruzione dei media locali presenti sul luogo degli scontri, le autorità hanno utilizzato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.
Fonte: The Post Internazionale