Il Patriarcato è morto, Viva il patriarcato!

Da Suddegenere

Il Patriarcato è morto, Viva il patriarcato!

Pare che sulla gpa, grazie anche ai gossip nostrani che hanno spostato lo sguardo dalla luna al dito, siano stati assunti da più parti toni apocalittici da derby Roma-Lazio. Del resto non si può parlare dell’esistenza di una seria discussione, in Italia, rispetto a questo argomento o di un confronto onesto tra chi la pensa diversamente. Piuttosto mi è parso di vedere arringhe con coltello tra i denti, robe che fanno immaginare La Santa Inquisizione sghignazzare e prendere appunti dagli Inferi. Da una parte, infatti, si arriva in direttissima all’offensiva equazione “ sei contro gpa quindi sei paternalista/omofoba/ bigotta/moralista/semplicemente non capisci”  e dall’altra “sei a favore quindi sei schiavista/ serva del capitale e del patriarcato/semplicemente non capisci”. Insomma, a prevalere è un sentimento: il risentimento. Se una volta ci beffavamo dei crociati antiabortisti, adesso c’è una gran confusione tra feticci da mettere al rogo e crociate di vario genere. Insomma i virus si moltiplicano ma il corpo sotto esame è sempre lo stesso: quello delle donne.

Tra le opinioni dell’intellighenzia nostrana apparsi su blog, giornali, social e la lettura di numerosi articoli da siti stranieri nonché la consultazione di siti di chi fa da intermediario alla gpa e siti dove le cosiddette surrogate rendono pubblico quel che ci dicono di loro e che ci vogliono far sapere, credo di aver letto abbastanza, di aver ragionato  ed essere arrivata ad avere una idea chiara di quello che penso, eccetto che per un dilemma che non è affatto di poco conto.

Dico subito qual è il mio dilemma. Se c’è una cosa che ho imparato da mia madre fin da piccola, tanto da averne fatto uno dei Comandamenti della mia nuova famiglia è: non giudicare mai le altre per le loro scelte di vita, anche per quelle che ti paiono insensate dolorose e orribili (e poi perché come diceva mia nonna U gabbu cogghia a jestima no ossia non dire mai che se fossi in loro non lo faresti perché non ti ci trovi in loro, e non si sa mai). Ne deriva che se una donna sceglie una strada, non mi azzarderò certo a dirle io cosa fare della sua vita, mi sentirei molto a disagio. Ma nel caso della gpa c’è un però non irrilevante: che se è vero che autodeterminarsi significa disporre liberamente della propria persona, qui si dispone non solo e non tanto di sé ma soprattutto di altri, che sono completamente inermi e alla mercè del mondo. Con quale diritto? Parliamo tanto del diritto di cittadinanza dei bambini, a proposito della loro educazione, e poi li produciamo modello catena di montaggio ad uso e consumo di quale moderno senso di civiltà? Siamo proprio sicure di far del bene a quei bambini? Prima santificata poi demonizzata, la gestazione dopo secoli di rodaggio diventa finalmente un business legalizzato. C’è da esserne tanto soddisfatte.

 Ma tu non eri a favore dell’aborto? Perché l’aborto sì e la gpa no? Non è la stessa cosa?

No, non è la stessa cosa. Perché impedire alle donne di abortire e far uso della gpa presuppone l’ utilizzo della stessa logica millenaria e patriarcale del controllo e della gestione dei nostri corpi: da una parte quella (cattolica) punitiva e dall’altra quella (neoliberista) della mercificazione, ma l’origine è sempre la stessa. Di fatto mi potrei trovare nella possibilità di dover pagare per abortire (se vivessi in uno stato che me lo impedisse materialmente e se avessi i soldi per andare all’estero) ma mi potrei trovare nella situazione di essere pagata per portare avanti una gravidanza, partorire un bambino e cederlo a terzi (se scegliessi per denaro e la legge me lo permettesse).

                      La gpa è un atto d’amore nei confronti di chi non può far figli e nei confronti di un   bambino che verrà inserito in una famiglia sicuramente (?) amorevole

Credo sinceramente che in un mondo ideale possano esistere donne di cotanta generosità. Donne che pur essendo consapevoli di tutte le eventuali e possibili complicazioni della gestazione e del parto, consapevoli che di parto ancora si muore e tante altre gratificanti cose che hanno a che fare con la medicalizzazione e che ti possono accadere in nove mesi e oltre,  di cui la depressione è solo una minima parte, insomma donne che in pieno spirito cristiano siano disponibili a sacrificare se stesse per far felici altri con un puro e semplice atto di generosità che si traduce nella donazione di un essere che si è nutrito di te e ti ha sformato il corpo prima di sfasciarti la vagina per uscirne (sempre che non ti debbano tagliare svariati centimetri di carne per farlo uscire da una posizione più pratica per altri). In un mondo ideale, ecco, esistono ma ad eccezione di casi più unici che rari, non credo esistano sul pianeta terra anno del signore 2016. Siamo serie: chi mai farebbe un simile dono se non per trarne un vantaggio economico o per soddisfare necessità legate sempre al soldo?

 Non pensi alle donne che non possono portare avanti una gravidanza e a chi ha desiderio struggente di avere un figlio, non sai cosa significhi.

No, non lo so, o meglio non lo so fino in fondo perché per una smisurata botta di fortuna ho avuto un figlio. Ma so cosa vuol dire affrontare cinque aborti di cui uno in stato particolarmente avanzato di gestazione, per poi rassegnarmi. So cosa vuol dire ringraziare la propria ginecologa che contravvenendo ad alcune prassi mi ha sedata completamente, perché partorire da sveglia un feto  (anzi era proprio una bambina) morta e malformata non sarebbe stata una gran bella esperienza. So sulla mia pelle cosa vuol dire desiderare un figlio mentre non sei “in attesa” e non desiderare un figlio mentre sei “in attesa”, so cosa vuol dire vedere donne a cui sei particolarmente legata piangere disperatamente sulla mia spalla perché non riescono a rimanere incinta e ho visto come si arriva ad odiarsi con tutto il cuore perché il compagno è sterile o perché lo è lei. Il desiderio di maternità può essere devastante e disturbante. La mia conclusione personale però è che un figlio non sarà mai un diritto: è una enorme, meravigliosa opportunità che può regalare la vita ma non dovrebbe esserlo a tutti i costi.

 Sei la sbandieratrice di un’etica vecchia. (primo sottotitolo: Io invece sì che sono una femminista cool e moderna; secondo  sottotitolo: Il patriarcato è morto, Viva il patriarcato!)

Eh sì, perché c’è sempre chi gode a sottolineare che il suo modo di essere femminista è certamente meglio del tuo, che non ci arrivi per questioni che spaziano dall’anagrafico al numero di dottorati che non hai e del “mi occupo di femministese da una vita” che ti manca, svalutando al massimo le intelligenze, le singolarità e le esperienze concrete di vita di donne che neanche si conoscono.

                   Ci sono donne libere che gestiscono liberamente  i propri corpi, fattene una ragione

 My body is a battleground recita la didascalia di un’opera di B. Kruger, il corpo delle donne è il corpo biopolitico per eccellenza ho sentito ripetere fino alla nausea in tutte le salse e ad ogni buona occasione. Ed è così. Così è stato e a quanto pare così continuerà ad essere per qualche altro buon millennio, con un congruo aiuto da parte nostra. Il patriarcato gode di ottima salute assumendo sembianze nuove e diverse, e noi ne siamo portatrici esattamente come gli uomini, né più e né meno.I nostri corpi sono i corpi su cui si giocano desideri irrealizzabili che si vorrebbe tradurre in diritti, di cui la gente col soldo ha sempre goduto attraverso modalità rispettose delle leggi o anche no. E’ sui nostri corpi che si giocano le nuove forme in cui il patriarcato si muove adattandosi alle richieste di mercato e al liberismo, e lo si vorrebbe fare attraverso la stipulazione di contratti in cui una parte sta sempre sotto scacco e guarda caso quella parte siamo noi. Il un mondo in cui è il ricatto economico a farla da padrone, dove si colloca la nostra fantomatica libertà di scelta? fino a che punto siamo disponibili  a stare sotto scacco? E a che prezzo? Qual è il limite che ci poniamo? Oppure sveliamo l’ultimo brandello di ipocrisia e diciamo chiaramente che un limite non c’è,  che tutto si vende e tutto si può comprare, sperando egoisticamente che alle nostre personali discendenze vada più a culo che a noi quanto a classe censo e sesso. Liberiamo per il mondo i nostri piccoli mostri senza ipocrisie, che tanto con i flash mob abbiamo già dato e diciamo una volta per tutte BASTA con le ipocrisie su libertà diritti e giustizia, che sono anacronistici su tutti i fronti.

Alcune pensano che sarà inevitabile fare della gpa una norma e che si debbano promulgare leggi per fare in modo di controllare che nelle transazioni di questo tipo non ci siano costrizioni e soprusi, insomma per tutelare al meglio le cosiddette surroganti da varie ed eventuali.E’ molto probabile che sarà così, cioè che il tutto verrà normato, ma questo non mi impedirà di pensare che sarà la nostra ennesima sconfitta su tutti i piani. E per nostra intendo di tutte e di ognuna.

B. Kruger

p.s. no uterus no opinion (non politicamente corretta, come sempre)

Alcune letture utili:

http://www.danieladanna.it

http://www.libreriadelledonne.it/contract-children-di-daniela-danna/

https://laboratoriodonnae.wordpress.com cerca in pina nuzzo e altre

http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-donne-e-9-mesi-di-vitatrasformati-in-mercenon-tutto-e-disponibile/

http://ilmanifesto.info/maternita-surrogata-uno-scambio-ineguale/

https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2012/12/19/etica-e-moralismo-2/

https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2015/12/01/perche-essere-critici-nei-confronti-della-surrogacy-non-significa-essere-omofobi/

https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2015/03/28/il-corpo-della-madre-surrogata/

https://simonettaspinelli2013.wordpress.com/2015/06/06/maternita-surrogata-tra-scandali-ipocrisie-e-buonismo-a-prescindere/

https://beizauberei.wordpress.com/2015/12/07/fecondazione-e-t

edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/02/29/11/la-maternita-surrogata-usa-prescrizioni-e-compensi_U43160314527413tSD.shtml

https://ruminatiolaica.wordpress.com/2016/03/01/uteri-portatili-e-portatrici-di-utero/