Il paziente empowered sa sperare senza illudersi

Creato il 04 ottobre 2011 da Dtosello

E’ bello vedere che quando il cittadino-paziente “empowered” intraprende la strada della consapevolezza critica, diventa protagonista del proprio percorso di cura perchè non si accontenta più di autorità e supposte verità, di saperi ed evidenze scientifiche non sempre così chiaramente provate, ma come persona entra in un territorio più profondo ed intimo, dove il senso del vero va ricercato, costruito, conquistato con il vaglio della logica, dell’esperienza e dell’ascolto di sè.

Così l’e-patient riesce a smascherare le facciate di cartone della Scienza Medica, le manipolazioni dell’Informazione, le “false speranze” di chi si affretta a vendere scoperte e rimedi, o i più banali - ma non meno gravi - muri della superficialità o della burocrazia sanitaria.

Però, allo stesso tempo, non cede al fatalismo o allo sconforto e chiede che la scienza medica continui a svolgere il suo (importantissimo) ruolo di scienza applicata, appunto, con l’umiltà della faticosa ricerca della comprensione della complessità e unicità di ogni essere umano. Con la delicatezza e l’umanità di prendersi cura non solo del corpo ma di tutta la persona, con le sue fragilità e i suoi bisogni.

Senza illudersi quindi, ma senza intaccare la speranza, che - come scrive bene Stefania Calledda nel suo post  - sta su un altro piano, è cosa seria e - aggiungo io - sacra.

In memoria di Ani e della sua voglia di vivere.


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