"Finalmente l'archiviazione disposta dal giudice, dichiara Giuliano Rigo, ristabilisce la verità. Tosi ha fatto ricorso alla giustizia come ultima spiaggia, solo perché era in difficoltà nel dare una risposta politica alle questioni che ho posto e che rimangono tuttora irrisolte, dato che a distanza di due anni la ZAI di Carpi è ancora un capitolo aperto. Tosi faccia chiarezza e visto che c'è spieghi ai cittadini anche chi paga per le sue esibizioni da macho e per l'uso sistematico della querela come strumento di lotta politica."
Il PD di Verona afferma che dalla precedente amministrazione di centrosinistra, nonostante tutto, non è mai partita una querela, mentre con Tosi ne abbiamo contate 43: una nel 2007, due nel 2008, 14 nel 2009, ben 17 nel 2010 e quest'anno pare che siamo già a nove, una permalosità senza precedenti».
Franco Bonfante, consigliere regionale del PD, afferma di aver ricevuto sei querele di cui tre sono state archiviate.
Vincenzo D’Arienzo, segretario del PD di Verona, e Franco Bonfante, consigliere regionale, affermano che le querele hanno uno scopo intimidatorio verso l’opposizione ed i giornalisti.
Gli esponenti del PD si sono impegnati a valutare e rilevare eventuali responsabilità contabili nei confronti di coloro che utilizzano lo strumento della querela per fini di lotta politica e non perché siano stati commessi dei reati.
Le querele fino a questo momento hanno prodotto i seguenti effetti: - archiviazione delle querele in quanto non si riscontrano reati; assenza di risposte da parte degli amministratori sui problemi sollevati ed oggetto di querela; alta opacità nei confronti dei cittadini che non sono informati compiutamente sugli avvenimenti oggetto delle querele.
Con questo metodo si realizza l’occupazione del potere da parte del centro destra che utilizza tutti i mezzi disponibili per soffocare il dibattito politico e controllare la libertà di valutazione e di espressione da parte dell’opposizione e dei cittadini.