Il pedagogista: chi è e chi non è

Da Psychomer
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Azzurra Spreafico
settembre 30, 2010Posted in: pedagogia

Il pedagogista professionale è una figura che sta rinascendo in questi ultimi anni. Non è una professione  appena nata ma che sta risorgendo, non senza fatica, per riappropriarsi della specificità e della dignità professionale che ancora le vengono negate.

Questi mancati riconoscimenti non trovano certamente riscontro nella politica accademica, dove da già molti anni si vanno a prefigurare sempre più lauree specialistiche dopo la laurea triennale in scienze dell’educazione. E’ il caso ad esempio dell’ultima laurea in scienze pedagogiche (da me frequentata), sempre più specializzata nel formare educatori in grado di divenire, appunto, pedagogisti abilitati e preparati al lavoro in ambito sociale, accademico e scolastico.

Vi sono poi altri corsi specialistici come la laurea in educazione degli adulti, consulenza per la disabilità e la marginalità, progettazione e coordinamento, filosofia della persona, formazione e sviluppo delle risorse umane, scienze antropologiche ed etnologiche, teorie e metodologie dell’e-learning: solo alcuni nome dell’ampio spettro formativo che le facoltà di scienze della formazione progettano appositamente per una formazione sempre più a portata del bisogno educativo di oggi.

Il mancato riconoscimento trova la sua radice del problema nel negato diritto ad avere un proprio albo professionale.

Attualmente si sta tentando si perseguire questo obiettivo, ovvero di ottenere un albo dei pedagogisti professionali, non con poche difficoltà. Le associazioni che si occupano di questa battaglia, ormai mi sembra il termine più appropriato visto gli sviluppi, sono l’Anpe, Anpec  e la Fiped.  Queste si occupano già da anni di organizzare in modo privato dei corsi, chiamati master, in pedagogia clinica. Allo stesso modo hanno dei propri albi “privati” e non riconosciuti dallo stato, a cui è possibile iscriversi al termine del master e se in possesso della laurea magistrale in pedagogia. Il corso è aperto anche ad altri esperti del settore umano o con laurea triennale, così come l’albo, ciò che differenzia è il titolo di iscrizione allo stesso(il titolo massimo è previsto solo per i laureati magistrali in pedagogia). Tuttavia questa “apertura” incondizionata mostra quale confusione regni in questo tipo di formazione privata, che seppure tenta di autoregolarsi fa fatica a mantenere standard e livelli pari alle scuole di psicoterapia e all’albo degli psicologi.

A livello si mansioni lavorative il pedagogista professionale è chiamato ad operare in una vasta gamma di servizi che operano su tutte le fasce d’età; per capire meglio –che cosa fa- di solito inizio nel dire che cosa non è.

Il pedagogista non è uno psicologo, per cui non si occupa dei casi clinici, ovvero dei casi più gravi, quasi tendenti alla malattia, e non si occupa delle terapie psicologiche.

Il pedagogista si occupa dei problemi quotidiani, di tutti i giorni, del potenziamento delle risorse, dello sviluppo sano, del benessere e dell’empowerment della persona e del suo ambiente, come ad esempio:

  • Conflitti genitori/figli
  • Trattamento dei disturbi di apprendimento
  • Accompagnamento dei genitori adottivi
  • Supervisione dell’andamento dei casi in servizi come cag, nido, educativa scolastica, adm..
  • Mediazione familiare
  • Accompagnamento famiglie con disabili
  • Sportello di ascolto per adolescenti
  • ….

Il pedagogista è più vicino alla relazione d’aiuto nel senso di prendersi cura dell’altro; lo psicologo ha il suo baricentro nella relazione terapeutica. Il pedagogista nasce nell’ambito del forte bisogno di formazione durante tutto l’arco della vita, ormai riconosciuto come bisogno fondamentale all’interno della nostra società, definita “società della conoscenza”. Egli si occupa di creare un ambiente che accompagni spontaneamente la persona verso il suo sviluppo, il suo cambiamento.

Il pedagogista ha un suo spazio personale, che fatica ad essere riconosciuto per la mancanza di interrogativi rispetto alla vita quotidiana, di tutti i giorni. E’ proprio un peccato che ancora oggi ci si interroghi solo di fronte a casi clinici, evidentemente gravi e bisognosi d’aiuto tali da dover ricorrere allo psicologo. Sono convinta che si può e si deve fare qualcosa prima: la risposta è nell’educazione alla vita dove educatori e pedagogisti trovano appunto, il loro spazio, la loro dignità e professionalità.

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Azzurra, Pedagogista e educatrice professionale laureta in scienze dell'educazione e laureanda in scienze pedagogiche. Se vuoi sapere altro di me leggi alla pagina -chi siamo- oppure aggiungimi in facebook (Azzurra Spreafico). ecco la mia email, nel caso tu voglia contattarmi: azzurra.zazu@virgilio.it Sito personale: www.pedagogistaleccobrianza.it