Il pensiero che dovrebbe sconfiggere il male.

Creato il 17 novembre 2015 da Postik @postikitalia

Poesia inedita di Sandra Ballardini

Il pensiero che dovrebbe sconfiggere il male.

Si può nominare l’increato?

Noi furie e agnelli che ci proviamo

da un po’ di tempo, non siamo capaci di fare altro

e per bene, e con la stessa diligenza, e severità.

Quasi malissimo teniamo in conto il dovere di mangiare

dato che il corpo è sempre scomodo, e comunque ci tormenta

e ci dimentichiamo

ci dimentichiamo insistentemente, per vicariante esaltazione.

Insensatissimi ci accucciamo nelle pieghe più profonde della terra,

più profonda della caverna, non ci interessano più le caverne

la matematica del guardarsi morire con talento

è chiarissima più della luce in fondo al buio.

Ma l’arte è tanto grande

e la vita così breve

Quindi?

Amatissimi senza conoscere chi amiamo e chi ci ama

stipatissimi in nessun luogo

vuotissimi di accordi o volgarissime trattative

assai sindacalizzati in stracolme solitudini,

andiamo

molto pontefici

moltissimo imperatori di stoccate

su guasconissimi soliloqui

che per misericordia nessuno può sentire

e quale castello da conquistare

se tutto si finisse da sé, semplicemente

senza nemmeno la nostra mano di Dio!

Meno male che in giro, neppure i barbari ci sono più!

Nelle lunghissime ore stanno le strade stupidissime

e non stupiti

stupidi

vivacchiano

redivivi minotauri smeravigliati non violenti

violentissimi seduttori di lana caprina

che le capre manco ci pensano a foraggiare più:

a copular con lor, nessuno abbisogna.

Mi chiami per favore?

Sembra la cosa giusta da dire, ma come ripararsi

da questa smargiassata della povera e solitaria coscienza?

Subito

Subito

Starsene ben eretti graziosamente atteggiati

a sistemare la lampada snodabile sullo schermo del pc

con  la luce accesa in pieno giorno e le tapparelle abbassate.

Non chiedo nulla a nessuno, io. Sono senza

     [un amico.

 

Non ho un amico che sappia raccontare

     [la mia storia,

 

un amico che mi preceda dappertutto

per evitarmi quelle spiegazioni che mi ammazzano.

Non mi chiamano

Io non mi chiamo

Loro non chiamano

Piango il televisore che fa tutto da solo, io non c’entro

sono uno spettatore, ho pagato il canone e tu sei mio

e io non sono tua

però

pare non sia un fotomontaggio quello

devo andare in bagno, subito subito

senza perdere un istante …

e non sono mica un agnello!

Ho della carne, io, nello stomaco, da buttare fuori!

È finita per ora, non sono morta.

A qualcuno questo non è successo.

Moltissimi sono morti

agnelli o non agnelli

avevano dell’erba nello strettissimo stomaco

da quando erano partiti da Damasco

così ha detto il cronista, gente di Damasco

ha detto sotto la pioggia,

da giorni e giorni, e il freddo, il freddo,

sicurissimo.

Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.

Sicurissimi i giorni, sicurissimi i giorni

cortissime le ore

vicinissima al mio eidetico stomaco

la voce del cronista

senza aporie di sorta piango le Gesta della gente, delle Genti.

Inutili?

Loro nemmeno lo sanno

fino alla fine dei loro giorni, incerti.

Senza superlativi.

E basta.

Domani telefono al medico per la ricetta,

non posso vomitare tutte le sere.

Ci sono uomini che sono troppo fragili per andare in frantumi. A questi  non  appartengo anch’io.

 

30 Settembre, 2015

Sandra Ballardini

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fonte immagine Tammam Azzam   Syrian MuseumMatisse المتحف الســـوري – ماتيس