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Il perfetto Default. 1929, e la strana storia della Mississippi Company di John Law e della Banque Royale

Creato il 11 dicembre 2011 da Andl @scenaripolitici
Giuseppe Sandro Mela Saturday Evening Post 1929 09 14  Il perfetto Default.  1929, e la strana storia della Mississippi Company di John Law e della Banque Royale
   Questa bella pubblicità della Standard Statistics faceva bella mostra di sé sul Saturday Evening Post del 14 settembre 1929, pochi giorni prima del crollo di Wall Street il 24 ottobre (giovedì nero) e del 29 ottobre (venerdì nero), quando la borsa crollò del tutto, e ne seguì la storia che ben conosciamo.    Ne riportiamo la vivida traduzione di Lino Berti e Andrea Ferrari:
«FAMOSI ERRORI DI PREVISIONE NELLA STORIA. Quando tutta l’Europa si sbagliava. La data: 3 Ottobre 1719. La scena: Hotel de Nevers, Parigi. Una folla impazzita di gente che urla per farsi sentire. «Cinquanta azioni!»  «Io ne prendo duecento!»  «Cinquecento!»  «Qui mille!»  «Diecimila!» Acuti strilli di donne. Roche grida di uomini. Tutti speculatori, che scambiavano il loro oro e i loro gioielli o i magri risparmi di una vita con le magiche azioni della Mississippi Company di John Law. Azioni che li avrebbero arricchiti da un giorno all’altro. Poi la bolla scoppiò. E le azioni scesero sempre più giù. Di fronte alla completa rovina, la folla invasata cercò di «vendere». La plebaglia, in preda al panico, prese d’assalto la Banque Royale. Niente da fare! I forzieri della banca erano vuoti. John Law era scappato. La grande Mississippi Company e le sue promesse di ricchezza non erano più che un amaro ricordo. Oggi non devi indovinare. LA STORIA talvolta si ripete, ma non necessariamente. Nel1719 non c’era praticamente alcun modo di accertare i fatti in merito all’iniziativa della Mississippi Company. Come è diversa la situazione dell’investitore nel 1929! Oggi è imperdonabile acquistare una «bolla», imperdonabile perché non necessario. Infatti, oggi ogni investitore – sia che disponga di un capitale di poche migliaia oppure di milioni – ha a disposizione i mezzi per ottenere i fatti. Fatti che – nei limiti di quanto è umanamente possibile – eliminano i rischi della speculazione sostituendoli con sani principi di investimento.»

   Questo annuncio si commenterebbe da sé, ma alcuni passi dovrebbero essere chiosati.    1. Se la gente ragionasse con la mente lucida ed agisse di conseguenza i default non esisterebbero.    2. Quasi invariabilmente si tende a sottovalutare quanto spesso la psicologia dell’investitore e del trader si abbandoni al delirio di superba onniscienza, di invulnerabilità, di granitica certezza che le proprie idee siano verità assolute ed inconfutabili al punto tale da impiegare tutti gli averi (e magari anche mezzi presi a prestito) pur di realizzarle. Il confine tra errore psicologico e franco delirio patologico é quanto mai sottile. Si ricordi che in Europa il 38% della popolazione è psichiatrico, e già ne parlammo in due contestatissimi post. Schizofrenia e paranoia giocano brutti scherzi, specie quanto comportano esborsi.    3. Nel caso della Missisipi Company, le voci erano del tutto campate in aria, ma le bughe abboccarono in gran massa. Erano infatti voci autorevoli, quella di John Law e della Banque Royale. Seguire la moda é il modo perfetto per perdere. La gente credeva che fosse vero ciò che le avrebbe fatto piacere fosse tale. Idolatrava John Law e divinizzava la Banque Royale, abiurava al proprio potere di revisione critica sull’altare di un presunto sperato enorme guadagno, più delirio che sogno. Aveva completamente perso la corretta percezione del reale, anzi, non ne voleva proprio sapere.    4. Gli intelligenti, che avevano saputo conservare nervi saldi e potere di revisione critica vendettero all’apice. Poi avvenne il diluvio universale. I deliri degli investitori si infransero contro la dura realtà: John Law se la era squagliata e la Banque Royale era una forma senza alcuna sostanza. Brusco risveglio, che tocca però a tutti.    5. Ma la colpa fu dei frodatori o dei frodati? E’ Wanna Marchi che ha corrotto il suo pubblico, oppure esiste un pubblico propenso ad essere abbindolato e che vuole credere alla prima Wanna che si para sulla sua strada? Ma se la gente è in gran parte ben desiderosa di essere frodata, se non la froda uno la froda l’altro: è indifferente l’attore ed il modo che soddisfano il delirio: il problema è l’esistenza del delirio, che cerca disperatamente un qualcosa in cui credere ciecamente. L’uomo che si definisce libero va a deporre la propria libertà ai piedi di chi lo renderà schiavo.    6. La Standard Statistics propone però la panacea a tutti questi mali. «Come è diversa la situazione dell’investitore nel 1929! Oggi è imperdonabile acquistare una bolla». E perché sarebbe imperdonabile? Perché «oggi ogni investitore … ha a disposizione i mezzi per ottenere i fatti». Mezzi che ovviamente la Standard Statistics vende per vil moneta, «eliminano i rischi della speculazione sostituendoli con sani principi di investimento».    7. Si ripete così pedissequamente lo stesso schema: dal delirio di onniscienza personale si transita a quello di idolatria di indici ed indicatori scientifici, quindi ritenuti essere sicuri, così come sono forniti dai potenziali truffatori. Cambia l’oggetto del delirio, ma il delirio rimane.    8. Non si cura un delirio patologico cambiandone il contenuto: occorre rimuovere il delirio stesso. E’ impossibile colloquiare in modo costruttivo con un invasato: solo una maledetta facciata potrebbe portarlo alla realtà, ma non è detto. Quasi invariabilmente, anche di fronte alla più cocente ed amara delusione la reazione non è un’autocritica, bensì sol un puro e semplice cambio di delirio. «Si addormentarono fascisti e si risvegliarono comunisti».
   Quale lezione trarne per cercare di capire la dinamica dei default e di non ricadere negli stessi ed identici errori?    1. Diciamolo francamente, anche a costo di essere linciati. Se si è perso per più di tre volte consecutive, se ne parli con un buon psichiatra, spiegandogli per bene che si è destituiti di senso critico e della corretta percezione del reale. Un buon professionista può fare davvero molto: basta andarci.    2. Se si è creduto per più di tre volte consecutive a qualche vate per poi subirne amarezze, comportiamoci come al punto precedente. Abbandoniamo la mentalità da corsaro della Malesia ed assumiamo l’umile veste di un investitore serio, che guarda sia il brevissimo, sia il breve, sia anche il medio – lungo termine.    3. Guardiamo un po’ in faccia la realtà. Oggi siamo subissati di informazioni, ma occorre distinguere la crusca dalla pula. Quasi invariabilmente vengono fatte circolare ad arte informazioni fasulle «Le Missisipi Company saliranno alle stelle!». Una persona intelligente e libera seleziona con cura le fonti, ed anche in questo caso non piglia nulla per oro colato: né l’informazione né l’autorevolezza di chi la fornisce.    4. Facciamo attenzione! Cave! Si parla tanto di trasparenza, proprio perché non ce ne é nemmeno l’ombra. Un caso per tutti: i bilanci analitici, non aggregati, di Stato, Regioni, Provincia, Comuni e Partecipate non sono disponibili e ed accessibili. Perché in quest’epoca informatizzata? Perché hanno troppo da nascondere.    5. Facciamo attenzione! Cave! Nulla come l’immorale e l’illegale, nulla come la truffa ed il latrocinio ama ammantarsi di una veste di giustizia e di legalità. Un esempio per tutti. «L’Italia é rovinata dal riciclaggio! per non parlare poi dell’evasione!», quindi, che tutti i movimenti siano tracciabili e l’uso del contante abolito. Risultato. Credete forse che Totò Mano e’ Pece doterà gli spacciatori di un lettore di Bancomat e rilascerà regolare fattura? Non è forse questo un subdolo modo per relegare il denaro degli Italiani in un ghetto senza vie di uscite, proprio come gli Ebrei ad Auschwitz? Non ci si faccia illusione alcuna: il denaro depositato sarà bruciato nel crematorio del debito e dell’inflazione e passerà per il camino. Ecco perché lo hanno internato nelle banche.    6. Non eleggiamo nessuna persona a Duce infallibile delle nostre menti, coscienze ed averi. Non si divinizzano né persone né idee: è il modo migliore di perdersi. Se vogliamo imparare qualcosa dalla storia, iniziamo a pensare, logicamente, con la nostra testa. Chi non sa meditare sulla portata di lungo termine delle proprie scelte é condannato a perire, e molto miseramente. gsm    Addendum.    Suggerirei al Lettore che effettivamente volesse smettere di portare cervello e denari all’ammasso di leggere con cura questi libri: Copi-Cohen. Introduzione alla logica. Il Mulino, 1999. Insegna molto bene, e con molti esempi, ad individuare discorsi truffaldini e contraddittori. E’ di lettura ammaliante per la sua semplicità. Fromm E. Fuga dalla libertà. Oscar Saggi. 2000. Un compiuta spiegazione del perché esistono gli equivalenti politici di Wanna Marchi ed un set di consigli utili per riconoscere ed evitare i “salvatori della Patria“.    Per il Lettore più evoluto, suggerirei: Heater P. La caduta dell’Impero romano. Garzanti 2006. Le analogie tra la caduta dell’Impero romano e la situazione attuale sono davvero impressionanti, ed il prof. Heater è uno dei pochi storici de-ideologizzati.    Per il Lettore con un ottimo grado culturale ed altrettanta profondità di giudizio, suggerei: Spengler Oswald. Il Tramonto dell’Occidente. I Marmi, 1995. Questo è un libro quasi profetico, scritto un secolo or sono, scritto con una profondità e chiarezza che lo rende unico per comprendere l’attuale cambio epocale. Agostino. La Città di Dio. Città Nuova, 2000. Questo è il trattato per eccellenza sul perché e sul come si disintegrano gli imperi.
gsm

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