Per chi non conoscesse il termine napoletano di "ammuina" vale la pena di spiegare che si tratta di una manovra molto in voga nella marina partenopea al tempo dei Borbone e consisteva nel seguente ordine:
All'ordine Facite Ammuina, tutti coloro che stanno a prua vadano a poppae quelli a poppa vadano a prua;quelli a dritta vadano a babordoe quelli a babordo vadano a dritta;tutti quelli sottocoperta salgano sul ponte,e quelli sul ponte scendano sottocoperta,passando tutti per lo stesso boccaporto;chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là.Ovvero una manovra che da l'impressione che si stiano operando incredibili sforzi per manovrare la nave, ma che in realtà si risolvono solo in un gran movimento per rimettere tutto esattamente come era prima.
Probabilmente è vero che non esisteva nessuna manovra del genere nell'ordinamento navale borbonico, ma è certamente vero che in Italia una simile disposizione a far credere di voler cambiare tutto e non cambiare invece mai niente è una tradizione antica, ben illustrata nel famoso passo del romanzo "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, quando il giovane Tancredi mette al corrente il Principe zio di voler aggregarsi ai garibaldini invasori, solo allo scopo di rioccupare la tradizionale posizione di potere della famiglia anche con l'avvento dei nuovi governanti.
Che anche in questo frangente il pericolo che, passata la buriana, tutto alla fine rimarrà come prima, lo dicono tante piccole avvisaglie, come quella di tenere ben celate le vere manovre che il governo si accinge a mettere in atto, limitandosi a generiche affermazioni sull'equità dei sacrifici da fare e sulle strane proposte del Presidente della camera Gianfranco Fini, che se da un lato prospetta una più che giusta abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari, sembra che in realtà cerchi soprattutto di preservare i privilegi di chi i vitalizi parlamentari li ha già maturati perché, almeno a leggere il Fatto Quotidiano, ad essere privati del vitalizio così come oggi lo conosciamo saranno i futuri parlamentari, quelli che non sono ancora stati eletti, mentre tutti quelli che ne stanno già beneficiando, oppure hanno ottenuto il diritto a farlo in futuro, potranno tranquillamente continuare ad incassare il lauto assegno mensile.
Per i futuri parlamentari, invece, si passerebbe, sempre secondo la proposta di Fini, dal sistema attuale del vitalizio ad una previdenza a regime contributivo, del quale naturalmente si dovrà in futuro valutare il contenuto, ma visti i precedenti, chi si fida delle parole dell'uomo di Montecarlo?
La sensazione che, nel paese dove i ciechi sono diventati non vedenti, gli spazzini operatori ecologi, gli infermieri personale para medico etc. etc. le pensioni d'oro più che sparire rimarranno ad ingrassare i soli noti è più che fondata, anche se si chiameranno non più vitalizi ma, che so...appannaggio obbligatorio.