Molti ingenui pensano che sia una situazione transitoria che verrà chiarita con l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale, quando l’attuale dovrà finalmente sloggiare. Ma non è assolutamente così: i saggi sono lì proprio a garantire la continuità, la subornazione al liberismo europeo di marca tedesca che ci sta distruggendo e in qualche modo anche l’elezione di un presidente che incarni la continuità e l’immobilismo, oltreché gli interessi di Berlusconi. Questa ulteriore torsione istituzionale e costituzionale è destinata a dare a lungo i suoi frutti avvelenati.
Il fatto che il M5S sia entusiasta di questa soluzione, al pari dei giornaloni, fino a ieri disprezzati, dimostra ahimè che gran parte di quei voti che sono andati all’alternativa vengono invece usati per la conservazione: più che i nomi in sé è proprio il metodo costituzionalmente ambiguo a denunciare il tentativo di restaurazione e a spostare le decisioni fondamentali su quel distillato di partitocrazia che sono i saggi. Altro che Parlamento padrone della situazione, altro che commissioni da mettere in piedi, qualcuno non si è accorto di essere stato messo nel sacco. La soluzione finale è chiara: ci terremo Monti, Berlusconi e la parte più retriva del Pd, i loro epigoni e seguaci fino a che non ci avranno ridotto come Cipro. Troppo poco lamentarsi dei nomi dei tutori e non del metodo adottato. Il nuovo slogan è “teniamoceli tutti”.
Chissà cosa direbbe Hari Seldon eroe del ciclo della Fondazione di Asimov a cui in qualche modo fa riferimento Casaleggio per il suo culto di Gaia. Intendiamoci non voglio solo farmi beffe di certe manie profetiche: dopo tutto anche il premio nobel Paul Krugman ha dichiarato che il suo interesse per l’economia è stato stimolato da ragazzo proprio dal ciclo della fondazione asimoviana. Però poi si cresce e i semi o si sviluppano in una pianta più complessa o marciscono in futile mania. Di certo si ha l’impressione che la “rivoluzione” annunciata stia annegando dentro la confusione e la banalità del potere: temo che qualche “portavoce” già si sia affezionato al titolo di onorevole e che non sia disposto a giocarselo così facilmente. Non è mai troppo tardi per diventare “saggi”.