E dopo aver detto tutto e molto di più, evocata ogni figura retorica, rivelati retroscena presunti e verosimili, precisata ogni più tenue sfumatura, che cosa resta? La disperazione di chi ha perso un familiare o un parente, il rimpianto per degli amici perduti, la rassegnazione e il disgusto dinanzi a un gioco troppo grande e che misura la nostra impotenza e il loro spregiudicato cinismo. La voglia di prendere le distanze da questo mondo che non è solo crudele ma soprattutto meschino.
A che cosa serve ampliare i poteri dei governi e degli apparati di polizia e di spionaggio? Ciò che accade è anche conseguenza di questi poteri fin troppo ampi e senza alcun effettivo controllo. Chi controlla i traffici di armi di ogni tipo e i flussi finanziari? Non sono sufficientemente ampi i poteri di chi da quasi quindici anni comanda guerre ininterrotte contro le popolazioni in gran parte inermi in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e Yemen?
Il presidente francese Hollande e le sue controparti negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, ecc. dichiarano che gli attentati di Parigi (e quello all’aereo russo?) sono “un atto di guerra”. Con quale ipocrisia possono sostenere questa cosa dopo che le guerre imperialiste hanno ucciso milioni di persone, devastato interi paesi e trasformato decine di milioni di persone in rifugiati?
Sì, d’accordo, c’è anche la guerra tra sciiti e sunniti, quella turca contro i curdi, il ruolo dei regimi del Golfo, ma sono guerre che utilizzano le identità religiose ed etniche per scopi politici e di potere. E soprattutto non dimentichiamoci che questi stati nazionali sono stati costruiti a tavolino dalle potenze europee senza tener conto di ciò che contenevano. Non deve dunque meravigliare che infine – dopo la sconfitta dei movimenti nazionalisti arabi – la via per liberarsi dall’oppressione dei regimi e delle monarchie del petrolio – dove le moschee sono l’unico spazio di libertà – l’islam diventi la base della rivolta politica.
Ecco dunque perché dobbiamo interrogarci anzitutto sul ruolo degli Stati Uniti e delle potenze europee come causa principale del disastro in atto da decenni. Il petrolio ha un suo prezzo, ma evidentemente non è solo quello espresso in dollari al barile.
Olympe de Gouges
Il petrolio ha un suo prezzo, ma evidentemente non è solo quello espresso in dollari al barile.
Creato il 19 novembre 2015 da GiannaPotrebbero interessarti anche :