Il mio Figlio Grande questa passione l’ha acquisita da piccolino. I suoi primi libri letti in autonomia sono stati “I Librottini”, la collana di piccoli cartonati con le storie di Disney. Quindi è stata la volta de “Le Banane d’oro”, la serie di Mondadori con le classiche storie della mitologia greca raccontate ai bambini. Poi, esattamente l’estate tra la seconda e la terza elementare, è stata la volta del primo “Harry Potter”, da leggere sempre e tassativamente prima di vedere il relativo film! Insomma ho cresciuto un piccolo Don Abbondio, che camminava leggendo e che la sera divorava pagine e pagine di nascosto fino a tardi sotto la lucetta di una piccola torcia da libro.
Ma si sa, i Figli, grazie al Cielo, non sono tutti uguali: la mia Figlia Media, nonostante sia nata e cresciuta nella stessa famiglia e con le stesse abitudini, ha subito disdegnato questo “hobby”, limitando la lettura ai doveri scolastici imposti dall’insegnante di “narrativa”. E spesso ottemperava (e lo fa ancora adesso) sbuffando sbuffando.
Io però non demordo: sono sicura che, non appena sarà libera di fare le sue scelte, e si staccherà dal dovere scolastico, affiancherà la sua passione per i fumetti (Snoopy e Mafalda fra tutti) e si dedicherà anche alla letteratura più seria. (Già sento qualcuno, diaccaerre in primis, lagnarsi perché ho detto che i fumetti non sono roba seria: state calmi e andate oltre!).
Qualche giorno fa sono invece stata colpita dal mio Piccolo. Anche lui, come la Sorella, ritiene la lettura una “materia scolastica” e raramente ne trae piacere. La sua maestra (terza elementare) ha fatto comprare ai suoi alunni un libro ciascuno della collana “Il Battello a vapore”, e ogni 3 settimane i bambini se lo scambiano per leggerlo a casa in autonomia, per poi farne una relazione in classe.
La prima cosa che fa mio Figlio è contare il numero delle pagine del libro che ha scelto. Anzi ancora prima: sceglie il libro in funzione della sua lunghezza. Poi, divide il numero delle pagine per i giorni utili e si dà come compito quello di leggere ESATTAMENTE quelle pagine. Non una di più. Inutili sono le mie rimostranze e i miei consigli sia in merito al fatto che è meglio abbondare, nel caso non ce la facesse a portare a compimento il compito del giorno. Ma soprattutto sembrano vane le mie parole quando cerco di spiegargli che ci sono libri piccolissimi e noiosi che sembrano non finire mai (mi viene in mente Firmino di Savage, o Cecità di Saramago) o capolavori che sembrano mattoni ma che li bevi in un battibaleno (L’idiota di Dostoevsky o XXXXXX).
Finché, approfittando di un virus stagionale che l’ha tenuto a casa qualche giorno (e me con lui), gli ho proposto di leggere insieme uno dei libri di Mordechai Richler su Jacob Due Due. Mordechai Richler è l’autore dello splendido “La versione di Barney (a proposito di capolavori). Ha scritto anche 3 libri per ragazzi che hanno per protagonista un bambino di 6 anni (che poi diventano 8 nel terzo volume) che vive avventure molto divertenti, adatte certamente a un bambino della sua età, ma con un certo nonsocché in più.
Beh, il mio Piccolo si è sganasciato dalle risate (e anche io!) leggendo queste storie. Intanto perché pur essendo racconti destinati ai ragazzi, Richler ha utilizzato un’ironia e un linguaggio molto maturi, ma non per questo troppo difficili per la loro età. Comunicano poi dei valori più di sostanza rispetto ai volumetti più commerciali che spesso raccontano storielle un poco superficiali. Molto godibili anche da noi adulti, che possiamo cogliere il sarcasmo tagliente anche su questione politiche che ai più piccini probabilmente sfugge.Insomma forse la penna d’Autore di Richler ha colpito anche mio Figlio, che è stato soddisfattissimo di aver letto 95 pagine in soli due giorni (il mio Piccolo Ragioniere in pectore!) E io sono stata così contenta di aver condiviso con lui un momento gioioso, ma al contempo serio e importante. Ora, prima di passare agli altri due di Richler gli ho proposto “Il trattamento ridarelli”, che ricordo piacque molto ai suoi fratelli. E per il futuro? Speriamo bene! Chi ben comincia…
Tra l’altro vi segnalo che da questi libri di Richler è stata tratta una serie omonima di cartoni animati (ormai introvabile) che i miei Figli più grandi a suo tempo hanno trovato molto divertente e che seguivano con assiduità.