Per fortuna questo non è un blog critico di recensioni serie e oggettive. Qui, di oggettivo, non c’è manco la tastiera del computer.
Se fosse un contentitore di critica letteraria, magari di questo Acqua buia di Joe R. Lansdale dovrei dirvi cose come: ci sono troppe metafore riciclate e puzzan di morto; la vicenda è francamente improbabile e i personaggi sono un manuale dello stereotipo; la fortuna gioca troppo la sua parte e la trama alla fin fine non è ‘sto gran intreccio.
Per fortuna non è questo. Perché di perdermi sui difetti come “romanzo di formazione” e nelle problematiche della caratterizzazione non ne ho voglia.
Quindi, in tutta la mia soggettività stropicciata da un ieri impegnativo e una nottata insonne, vi dirò che una bella avventura alla Mark Twain – comprensiva di fiume, ragazzi, cattivi e povertà (anzi, miseria! Quella della Grande Depressione più angosciante) – coinvolgente fino all’ultima pagina, era proprio quello di cui avevo voglia.Tre ragazzini (una diciassettenne sveglia e molestata, una nera arrabbiata coi bianchi, un ragazzino gay disprezzato) di un Texas in cui non vige l’autorità né governa lo Stato, ma la legge del più forte (ossia del padre su figlio, marito su moglie, bianco su nero; dell’arma, del denaro e dell’alcol), dopo il ritrovamento del cadavere di una loro amica, decidono di partire e mollare quello schifo in cui vivono.
Nel pacchetto dovete aggiungerci: una caccia al tesoro; un sacco di morti e ancor più cadaveri decomposti; una barchetta che spunta fuori dal nulla; un essere quasi mitologico che vive di omicidi e colleziona mani; una manciata di ubriaconi con una manciata di denti; amputazioni fai-da-te. Una bella squadra, insomma.
“Acqua buia” ti si appiccica un po’ addosso come le estati afose e piene di zanzare. O come la puzza di cadavere.
Acqua buia
Joe R. Lansdale2012
Stile libero Big
pp. 344
€ 18,50
ISBN 978880620886