Il Piacere segreto- di Mario Guerrini

Creato il 06 ottobre 2012 da Junerossblog

Carissime, la scorsa settimana prese dal fermento del Women’s Fiction Festival abbiamo deciso di lasciare spazio alla nostra Ross e al suo diario di bordo. Perché, diciamo la verità, eravamo ansiose di sapere tutti i dettagli!!! Hi hi hi..;)Questa settimana però riprendiamo il nostro appuntamento con “le nuove penne”. Siamo liete di ospitare una nostra vecchia conoscenza, un vero “vips” ;), Mario Guerrini, vincitore della prima edizione del premio letterario “La Vie en Rose”.Il racconto che ci propone parla delle prime esperienze di una giovane ragazza, dei primi rapporti di un adolescente come lei e della scoperta del piacere. Ci racconta del percorso che noi tutte affrontiamo per diventare donne. Una storia intensa e profonda, in cui tante di noi presumo che si riconosceranno.Come al solito non posso dirvi altro, vi lascio alla lettura e vi invito a lasciare i vostri sinceri e preziosissimi commenti!;)SereJaneVi ricordo inoltre che noi bloggerine siamo sempre alla caccia di nuove scrittrici in erba, quindi penna alla mano!! Non abbiate timore e inviateci i vostri racconti! Siamo sempre felicissime di leggerli e di poterli condividere con le nostre amiche!;) Leggete qui ome fare: LINK
Il piacere segreto di Rita di Mario GuerriniL’aveva conosciuto alle soglie dell’adolescenza, in quell’età in cui la donna comincia a fare capolino dietro agli occhi della bambina. Seguiva i grandi nei loro spostamenti e nelle loro abitudini e, a causa dell’irresistibile desiderio che si prova in tenera età di fare le stesse cose che fanno gli adulti per sentirsi finalmente come loro, aveva a lungo bramato nei suoi confronti quel rapporto di cui non comprendeva la natura e che avvertiva affascinante e al tempo stesso oscuro, ricco della promessa di chissà quali inconfessabili piaceri e della minaccia di pericoli ignoti e terribili. Rita si rendeva vagamente conto che un rapporto troppo stretto con l’oggetto del suo desiderio, uno dei molti per la verità, avrebbe anche potuto rivelarsi pericoloso, e di questo l’avvertivano costantemente i genitori, parlandole con cautela di chi, cedendo talvolta troppo in fretta o troppo spesso alle lusinghe di tal sorta di seduttori, ne fosse poi a lungo rimasto segnato. Non che il suo desiderio fosse particolarmente intenso, non più di quello provato nei confronti di una bambola nuova o di una gita al mare, tuttavia si era rivelato incredibilmente persistente, resistendo agli anni e ai cambiamenti che da bambina l’avevano trasformata prima in adolescente e poi in donna. Era stato intorno ai tredici anni che aveva cominciato ad avere con lui i primi contatti, sporadici e il più delle volte clandestini, ma sempre moderati, circospetti, segnati in qualche modo dalla cautela che le parole del babbo e della mamma avevano saputo far sedimentare in lei, e in quelle occasioni non gli si era mai del tutto abbandonata. In quel tempo ricavava dalla consapevolezza di star facendo una cosa in fondo proibita un sottile godimento, che forse in parte sovrastava quel piacere più diretto e fisico che lui riusciva a darle nei loro brevi momenti di contatto. Aveva capito, dopo le prime esperienze un po’ maldestre, come trattarlo nel modo giusto, con rispetto, non semplicemente prendendosi la soddisfazione che lui poteva darle, ma cercando capirne l’animo ogni volta di più. Aveva imparato a non chiedergli niente più di ciò che in ciascuno di quei momenti trascorsi insieme fosse lecito aspettarsi, e nel contempo aveva preso, un poco per istinto e un poco per la pratica acquisita, ad avvicinarglisi in maniera sempre più raffinata, più consapevole, più voluttuosa, giungendo poco a poco ad apprezzare quei preliminari che nei primi tempi aveva sempre ridotto al minimo, tanta era la fretta di giungere finalmente al dunque.Poco a poco, mentre la bambina cedeva il passo alla donna, era maturata nello spirito oltre che nel corpo e, superata la fase del possesso che inevitabilmente si accompagna allo stupore della scoperta, aveva cominciato a condividere la sua compagnia con altri: amici, parenti, conoscenti occasionali di una gita. Una della cose che più trovava affascinante in lui era quella sua incredibile capacità di mettere tutti a proprio agio, di scaldare poco a poco l’ambiente e di stimolare la conversazione, i ricordi, i sogni, la voglia di stare insieme. Che specialista era nel solleticare in Rita le corde più nascoste, nello stimolarle ad un tempo lo spirito ed il corpo, nel farla rabbrividire di piacere talvolta ancora prima di un contatto vero. Ogni volta aveva in serbo per lei un’esperienza  nuova, un piacere diverso, talvolta sottile e strisciante, altre rovente e appassionato, ma sempre incredibilmente appagante. Si rendeva conto, Rita, che se si fosse abbandonata sarebbe caduta completamente in suo potere, perciò se ne distaccava ogni volta prima di perdere il controllo, anche se non sempre era facile. Continuava a cercarlo, comunque, anche se il loro era un rapporto aperto, senza un vero e proprio legame fisso. La sua assenza non le pesava più di tanto, ma era sempre pronta a concedergli un poco del suo tempo e di se stessa, attratta com’era da quel gioco intrigante con cui lui sapeva procurarle sensazioni e suscitarle ricordi e fantasie. Le aveva fatto visitare luoghi e tempi esotici e lontani, epoche passate di cui rimanevano solo pochi ricordi e strane tradizioni, dimore di favola perse fra colline verdeggianti, recessi oscuri scavati dall’uomo o dalla natura nelle viscere della terra, e le aveva del pari fatto assaporare in pieno inverno il profumo delle viole appena sbocciate e gustare l’aroma delle fragole appena colte, e mille altre cose insieme. Nelle occasioni migliori, quando l’ambiente era adatto e la giornata aveva un sapore un po’ speciale, insomma quando lei era particolarmente ricettiva, il gioco andava oltre ogni aspettativa, e Rita si era resa conto in più di un’occasione di avere a causa sua perduto per un lungo attimo il contatto con il mondo esterno, di avere cancellato dalla sua coscienza l’universo intero e di essersi trovata sospesa in un luogo senza spazio e senza tempo, sola con lui e con le proprie sensazioni, totalmente appagata da quel rapporto giunto finalmente al culmine. Ne restava sempre un po’ stupita, e aveva tentato qualche volta di parlarne con la sua amica del cuore, quella cui ogni donna affida i suoi più intimi segreti, ma sempre si era trattenuta, colta da uno strano pudore e dal timore di non essere capita o, peggio, giudicata male.Quel pudore, però, non le impediva di ostentare il suo rapporto con lui, e continuava quindi a goderne in silenzio, qualche volta in privato ma più spesso in pubblico. Era infatti proprio la presenza di un pubblico che rendeva più completo il suo appagamento; vedeva, ogni volta, l’atteggiarsi dei volti della gente intorno, stupiti spettatori di uno spettacolo che non sapevano comprendere, nelle cui espressioni riusciva talvolta a scorgere il desiderio di fare le stesse cose che faceva lei, di provare le stesse sensazioni che provava lei, e le assaporava, quelle espressioni, proprio come quel vino che l’aveva pian piano condotta verso un piacere che nessuno di loro riusciva neanche ad intuire.