“Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento inizia a vivere”. Così si esprimeva la poetessa Emily Dickinson, ed aveva ragione.
In un piano di marketing l’uso delle parole è importante. Se opportunamente scelte,infatti,esse consentono di sintetizzare l’idea di business, dei clienti e delle relazioni che si desiderano intrattenere con tutti i soggetti interessati.
Le parole magiche si chiamano keywords ( parole chiave ). Esse, oltre ai benefici delle parole tradizionali, :
- rivelano la direzione strategica,
- sviluppano un linguaggio omogeneo,
- focalizzano il pensiero.
In breve, sono parole che nascono dal consenso di coloro che partecipano alla riunione.
La funzione delle parole chiave non è sconosciuta ai signori del marketing. Spesso,però,questi ultimi,quando si tratta di farle venir fuori, commettono un grave errore: dicono ai partecipanti che stanno cercando le keywords. I partecipanti,a quel punto,non riescono a tirarne fuori nemmeno una, poichè avvertono troppo la pressione sulle loro spalle.
Come farle venire fuori correttamente,allora ? Esistono due semplici metodi per raggiungere quest’obiettivo. Il primo consiste nel chiedere ai partecipanti di evidenziare le parole che sono state più usate nel corso del dibattito. Il secondo,integrabile con il primo,consiste nel richiedere il voto per ottenere 5 parole chiave indipendentemente dalle selezioni personali fatte in precedenza.
E’ essenziale che la scelta delle keyword avvenga pescando da un gruppo di parole individuato senza pensarci troppo su. Le parole chiave, ricavate seguendo i due metodi, vanno segnate sulla lavagna a fogli mobili al fine di rappresentare un riferimento costante per il proseguimento dei lavori.
Dalle poetesse c’è sempre da imparare.
Piero Iacono