Il piatto andò oltre questa funzione quando ne assunse altre di più profonde: l'aspetto religioso e rituale modificarono la sua destinazione originale connotandola di importanti significati: pensiamo ai piatti rituali nelle popolazioni del passato del Centroamerica o anche a quelli rappresentati in affreschi e sculture tombali di matrice etrusca o anche greco-romana che rappresentarono scene di banchetti o libagioni. Sotto questo aspetto il nostro protagonista si caricò di significati profondi e contribuì in modo significativo ad un esito positivo dei riti.
(Sarcofago di Larthia Seianti, metà del II secolo a.C.,
Firenze, Museo Archeologico)
Durante il Medioevo la situazione si complicò: quasi sempre gli utensili (piatti compresi) erano in legno e raramente in ceramica. Ogni piatto era utilizzato da più persone; il piatto individuale, come vedremo in seguito, si diffonderà solo successivamente. A questi materiali durante il Rinascimento si aggiunsero manufatti in maiolica (citando solo alcuni esempi: Faenza, Urbino e Pesaro).
Oltre alla funzione pratica e quella religiosa, esso era anche elemento fondamentale attraverso cui ostentare ricchezza. Questo aspetto già importante durante il Medioevo presso le corti e le case dei nobili, assumerà un forte significato durante il XVII e XVIII secolo attraverso i "servizi di credenza", la cui funzione era semplicemente quella di mostrare le disponibilità economiche della famiglia a cui appartenevano e che quindi venivano messi in mostra durante i sontuosi banchetti.
Contemporaneamente a ciò si consolidò l'idea, per questioni di etichetta, che il nostro protagonista doveva essere individuale e non più condiviso da più persone. Come logica conseguenza si diffusero manufatti dalla ricca decorazione pittorica e dalla forma mutata: da liscia a sagomata; in particolar modo durante il Settecento, epoca in cui si diffuse l'amore per le porcellane cinesi.
Il cambiamento sopra citato determinò nel XIX secolo una forte diffusione dei servizi, tutti con piatti uguali e quindi omogenei stilisticamente.
L'arte, come sempre documentò tutte le evoluzioni, e attraverso le fonti pittoriche e scultoree arricchì di simbolismi questi utensili. Troviamo esempi di quanto affermato nelle due opere presenti qua sotto.
Nella prima, di Carlo Crivelli, Annunciazione, 1486, Londra, National Gallery, troviamo nella rappresentazione del luogo dove dimora la Vergine Maria una mensola con alcuni piatti e altri utensili. La presenza di questi elementi oltre a caratterizzare un ambiente domestico è un documento vivido dell'epoca dell'artista e rimanda alla riflessione fatta su materiali ed usi. Diverso è il discorso per la seconda opera, di Pieter Clasez, Natura morta, 1640-1650, Berlino, Gemauldegalerie. Il piatto di peltro in primo piano è una stoviglia classica del Seicento fiammingo, molto rappresentato nelle nature morte; sebbene fosse meno nobile della porcellana, grazie alla sua resistenza, garantiva una durata più lunga e un uso frequente. L'alzata in argento rovesciata invece segna probabilmente la conclusione di un festeggiamento. La diversità tra questi due materiali, tra il peltro e l'argento, non è solo d'uso ma anche di significato; è la diversità tra sfarzo e nobiltà, tra vita comune ed i sontuosi banchetti.
Durante il XX secolo i piatti (e molti utensili in genere) saranno simboli di movimenti artistici e veicoli del loro messaggio. Questo tema verrà però analizzato in un successivo articolo tematico.