Vorrei restituire a voi lettori , qui di seguito, le parole di una canzone, il Piave mormorava, quasi del tutto ignorata dalla giovani generazioni italiane. Sono parole adamantine. Scalfite nella roccia del Carso. Cementate dal sangue di 600.000 giovani soldati che tra il 1915-18 hanno dato la loro vita per la nostra amata Patria. Leggendo il testo, nessuno di noi userebbe più quelle parole. Anzi, oggi alcune parole sembrano quasi bandite. Tra queste anche quella di Patria. Quasi un qualcosa che bisogna tener celato. Al contrario. Intorno all’ Italia, gli italiani sono cresciuti, hanno pianto e, da eroi, sono morti. Spero vivamente che le parole di questa canzone confermino tutti, giovani e meno giovani, nell’ amore per l’ Italia e nell’ orgoglio di essere parte di un grande Paese, nonostante tutto.
« Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.
S’udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
il Piave mormorò: “Non passa lo straniero!”
Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
poiché il nemico irruppe a Caporetto.
Profughi ovunque dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S’udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio de l’onde.
Come un singhiozzo in quell’autunno nero
il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero!”
E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame,
vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora!
“No”, disse il Piave, “no”, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l’onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: “Indietro va’, o straniero!”
Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l’ali al vento!
Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti!
Infranse alfin l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore!
Sicure l’Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l’onde.
Sul patrio suolo vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò né oppressi, né stranieri! »