Il piccolo guerriero

Da Chiaragoli
Oggi è il 25 Aprile, è il lunedì di Pasquetta ed è anche la Festa della Liberazione. Ma con tutto rispetto per le celebrazioni, religiose o civili che siano, oggi vorrei raccontarvi un'altra storia, breve, intensa e significativa, come la vita del suo protagonista:
"C'era una volta un piccolo guerriero chiamato Piedoni e venuto al mondo come un fulmine a ciel sereno. Tutte le persone intorno si stupirono della sua venuta ma solo perché non sapevano. Non sapevano che il piccolo guerriero avesse già scritto dentro di sé un grande destino e che avrebbe dovuto portarlo a tutti quelli che lo circondavano, anche a chi si chiedeva come potevano essere sufficienti solo 27 settimane per nascere e avere qualcosa da dire. Eppure nemmeno parlava. Come ha fatto, quindi, Piedoni a compiere il suo grande destino? Il piccolo guerriero ha vissuto, ha vissuto fino a che ha potuto: ha amato, sorriso, sofferto, a sua volta amato e condiviso nel sorriso e nella sofferenza.  Ha combattuto per venire al mondo e poter conoscere due persone speciali, la sua mamma e il suo papà, e, con la tenacia che solo un guerriero può avere, ha affrontato le tante sfide che hanno scandito la sua vita come un orologio scandisce le ore di una giornata. E così ha vissuto per più di 5 mesi, coraggiosamente, fino a che ha potuto, cambiando per sempre il cuore di chi gli è stato vicino e anche di chi, come me e come tanti altri, vicino poteva essergli solo virtualmente. Cinque mesi vissuti con un coraggio che forse io non ho mai avuto in trent'anni. Sabato il piccolo guerriero se ne è andato. Non perché si sia arreso, poiché un guerriero non si arrende mai di fronte al proprio destino, ma come un vero guerriero, che se ne va solo dopo aver compiuto ciò che la vita gli ha chiesto e che alla fine, con serenità e senza troppo rumore, saluta le persone che ha incontrato, ormai cambiate, non più vuote, poiché l'unico vuoto ormai è quello che lascerà lui, ma con la promessa che veglierà sempre su di loro."

Perché a volte viviamo e non sappiamo nemmeno di farlo fino a che non incontriamo qualcuno di speciale che con la propria vita ce lo ricorda.
Grazie Massimiliano, piccolo guerriero.

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