Allo stesso modo con cui mi ritrovo a casa, di fronte a certi quadri dei Macchiaioli che mi mostrano i campi della Maremma o le vecchie strade di Firenze o qualche interno borghese di un'Italia che si andava facendo.
Parlo di Renato Fucini, che non so quanti di voi conoscano. Immagino che di lui a scuola non si parli. Sono certo che le sue opere non affollano le librerie, sempre ansiose di sostituire novità a novità.
Per questo sono più che contento che la casa editrice Le Lettere abbia fatto uscire le Opere, ottimamente curate da Davide Puccini.
E' un bel volume, ampio, impegnativo, accogliente. Un bel libro che sa di altri tempi. E che, sarà una mia impressione, sa anche dell'amicizia come deve essere, fatta anche di buone parole che si scambiano nel tempo che non ha fretta, magari di fronte a un camino acceso.
Ha ragione Puccini, nella sua introduzione: Fucini erano uno che sapeva rendere con indimenticabili accenti di verità il piccolo mondo che si sentiva chiamato a esprimere.
Quel piccolo mondo che quasi sempre oggi è un crampo di nostalgia.