Ohi, ohi, care le mie amiche. Non riusciamo a trovare un romanzo che possa soddisfare la nostra mente e soprattutto il nostro cuore. La domanda rimane sempre la stessa: Siamo noi lettrici ad essere cambiate, e quindi non ci accontentiamo piu', oppure sono gli scrittori che hanno abbbassato il livello della loro scrittura? Ai posteri l'ardua sentenza!
Direttamente dalla scrivania di Lucilla.
Premetto che si tratta di un erotico, genere che non leggo molto perchè non mi attirano le scene di sesso troppo ripetute. Ciò detto, passiamo a commentare.
Il libro,secondo me,ha tanti punti di contatto con "La figlia di Mistral" di Judith Krantz, ma in tono molto minore. Si compone di tre storie, raccontate da altrettante donne, che hanno in comune il fatto di essere state tutte modelle e muse di un pittore,Thomas Rodin, nell'Inghilterra del diciannovesimo secolo.
L'idea non è male, ma ci sono delle cosette che meritano una seria riflessione.
La prima musa, Helen, conosce il fratello del pittore, William, e se ne innamora, ricambiata. Dopo un paio di appuntamenti lei, già dimentica della sua condizione di vergine ottocentesca, si getta con lui in un amplesso infuocato descritto nei minimi particolari.
Subito dopo, lui la gela rivelandole di averla scelta come modella per il fratello pittore e che è meglio non dirgli che loro due si sono divertiti un pò, poichè il sommo artista preferisce le vergini (e noi intuiamo perchè). Quindi, pur amandola immensamente, la cede a lui. Qui casca il primo asino: a parte la seduzione a tempo di record, impensabile per una ragazza dell'epoca, cosa pensare di questo William? Prima si spupazza Helen, poi le dice bel bello che la ama ma deve passarla al fratello. Da calci in bocca, dico io.
E lei? Muore d'amore per William, ma appena vede Thomas,gli cade ai piedi perchè lui è bello, affascinante, geniale ètc. (e chi è,Giotto?).
Diventa l'amante di Thomas, la sua modella, la sua musa e anche sua moglie, salvo poi separarsi da lui come se niente fosse e andarsene con William, che l'aspetta buono buono. Nel frattempo è rimasta incinta e ha perso il bambino, ha rischiato di morire come Elizabeth Siddal, la modella preferita dei Preraffaelliti ed è diventata l'amante del proprio cognato (sì, proprio William!).
Thomas, dal canto suo, non se la prende troppo per la defezione della moglie: ha già pronta la musa numero due, l'irrequieta Sara, l'asino cadente numero due.
Sara è una gentildonna di campagna, ma anela a viaggiare, studiare, diventare qualcuno.
E diventa qualcuno sì, diventa l'amante di Thomas, dopo essersi opportunamente fatta spulzellare dal proprio cocchiere.
Anche lei fa una vita d'inferno col pittore, ma condita da fantasiosi contorcimenti erotici consumati con lui, che a quanto pare è talmente irresistibile da farle tremare le gambe e saltare nel letto a ogni piè sospinto. Thomas ovviamente non la ama, come non amava Helen, tanto che , accortosi che un suo amico si è innamorato di Sara, fa di tutto per lasciarli soli, da perfetto ruffiano d'antan.
Ma la signorina deve avere una forza di volontà molto labile, poichè casca anche ai piedi del nuovo venuto; seguono altre descrizioni di amplessi bollenti con contorno di urla e gemiti assortiti. Se possibile, questa parte è ancora più tediosamente hot della prima.
E veniamo all'ultima (grazie al cielo!) musa, Grace, una prostituta dal passato tragico. Grace è presente in tutto il libro, prima come amica e poi come musa e amante; si innamora di Thomas, ma non si sente degna di nessun uomo a causa del suo lavoro. Anche lui si innamora e dopo le muse numero uno e due capisce che Grace è la donna per lui: finalmente!.
Che dire? Nonostante l'ambientazione nel mondo dell'Arte, di arte si parla poco, se si esclude l' Ars Amandi: posizioni, tecniche amatorie, urla liberatorie e singhiozzi di soddisfazione.
Capperi, 'sto Thomas! Verrebbe da dire che ha conosciuto più patatine lui di Rocco Siffredi e le ha soddisfatte tutte. Proprio il prototipo dell' uomo medio del diciannovesimo secolo (o anche del ventesimo e oltre, se è per questo). E le donne? Tutte un bollore, fossero state davvero tutte così gli uomini avrebbero dovuto tenersi stretti i pantaloni.
L'unica credibile (e simpatica) è proprio Grace la prostituta.
In definitiva non posso dire che mi sia piaciuto, questo romanzo, ma inserirei un sottotitolo: L'albero delle zo...biip...le.(Censurato da Juneross)
Lucilla