Ci sono viaggi e viaggi.
Ci sono quelli verso mete universalmente ambite: città come Roma, New York, Parigi o Londra.
Ci sono viaggi che ti rubano l’anima grazie alle meraviglie della natura. Penso a molti paesi africani, alle cascate del Niagara, al deserto del Sahara, alle spiagge polinesiane.
CI sono anche viaggi che ti trasportano un po’ nello spazio e un po’ nel tempo. Le piramidi, la Sfinge, le rovine di Cnosso, l’Isola di Pasqua.
Ci sono poi quelle mete che nascono da film e libri diventati leggenda. Richiedono viaggi complicati e non sempre agevoli. Per i veri fan sono quasi dei pellegrinaggi, ed è giusto che sia così.
Io, per esempio, sogno da sempre di visitare il Monroeville Mall al 200 di Mall Circle Drive, Monroeville, Pennsylvania, U.S.
Qualcuno di voi avrà già capito che si tratta del famosissimo centro commerciale il cui è stato girato uno dei tre capolavori di George A. Romero, Dawn of the Dead (Zombi, per il pubblico italiano), del 1977. Capitolo centrale della sua prima trilogia sui morti viventi, nonché il più riuscito ai botteghini, tanto che fu un vero successo di incassi e di critica.
Costruito nel 1969, il Monroeville Mall è stato recentemente ristrutturato. Al momento conta più di 180 negozi divisi su tre piani, l’ultimo dei quali è occupato interamente dal retail della famosa catena Macy. Ci sono pub, Starbucks, bar, ristoranti, negozi di lusso. Non c’è più la famosa pista di pattinaggio vista nel film del ’77.
Ai tempi in cui Romero decise di ambientarvi Dawn of the Dead, il Mall era uno splendore. C’erano grandi fontane illuminate, giardini interni, luci e musiche che accompagnavano lo shopping.
Tra l’altro sono tutti elementi che nel film di nonno George si vedono benissimo, e che la finzione scenica ha trasformato in luoghi di battaglia tra i vivi e i morti viventi, e in seguito tra i vivi, i morti viventi, e i bikers predatori.
Dawn of the Dead fu girato tra l’ottobre del 1977 e il gennaio del 1978, con una pausa delle riprese durante le feste natalizie, perché il Mall era decorato per l’occasione.
L’atmosfera invernale, ben visibile nelle scene più quiete e malinconiche del film, ha regalato a Romero una magia del tutto particolare, che va oltre la solita becera, benché spassosa, storia di assedio con protagonisti gli zombie.
A questo tempio del consumismo, così vicino alla città di Pittsburgh, ma in realtà isolato dal mondo, precipitato nella più orribile delle apocalissi, si deve parte del successo del film. Non si tratta solo della metafora, invero un po’ scontata, tra consumismo e zombie, che trova nel Mall la sua manifestazione più palese. Si tratta piuttosto del centro commerciale stesso, così ricco, moderno ed enorme, a spaventare, messo in contrasto con la massa scomposta e derelitta di lenti ritornanti, pronti a divorare e insozzare di viscere e sangue quel che per loro, da vivi, era paragonabile a un luogo sacro.
Il parcheggio e gli zombie.
Il Mall, nel film, è anche un’isola.
Un’isola felice dove i vivi possono fingere, ma solo a tratti, di essere lontani dalla fine del mondo, di essere al sicuro, al riparo dalle orde di morti antropofagi che tutto travolgono.
Ma è solo un’illusione.
Il Monroeville è diventato così un’icona horror, una meta di viaggiatori da ogni angolo del mondo, visitata da migliaia di fan, desiderosi di assorbire un poco delle atmosfere che furono del miglior Romero di sempre.
Fino al 2013 la direzione del Mall ha gestito un museo che celebrava Dawn of the Dead, tra memorabilia, souvenir, riproduzione in scala del centro commerciale, poster, foto di scena e altro ancora.
Dal 2013 il museo è stato spostato a Evans City, set del primo film zombesco di Romero, La Notte dei Morti Viventi.
Questo è l’attuale sito del Monroeville, senza più riferimenti al passato.
Qui invece trovate il tour virtuale del Mall, in versione 1977/78. Si tratta di un sito vetusto, ma davvero gradevole, completo delle mappe del centro commerciale.
Francine: What are they doing? Why do they come here?
Stephen: Some kind of instinct. Memory, of what they used to do. This was an important place in their lives. (Dawn of the Dead)
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